Storia del Pilastro

Tangenziale e Pilastro, una lunga storia

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Anche se la circolazione stradale era ancora incredibilmente limitata, se paragonata a quella attuale, Bologna fu la prima città italiana a dotarsi di una tangenziale. Fu costruita in soli 3 anni (un vero record!) e inaugurata nel 1967, un anno dopo il Pilastro. E la tangenziale cambiò le relazioni tra il Pilastro e il resto del territorio.

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In questa foto si può vedere la neonata tangenziale, non ancora in uso; se guardate bene, nella foto a sinistra si vede la chiesa di San Donnino. Gli svincoli sono in costruzione.

Dopo tre anni di intenso lavoro venne inaugurata il 12 luglio del 1967 la tangenziale complanare, promossa dal Comune e dalla Società Autostrade e progettata dagli ingegneri Francesco Fantoni e Giorgio Mondini. Si tratta di un semianello autostradale che unifica il percorso a pedaggio intorno alla città degli automezzi provenienti da Firenze, Milano, Padova e Rimini, con il percorso gratuito a servizio del traffico locale. La tangenziale consente di decongestionare il centro storico cittadino dal traffico di attraversamento e permette di dar corso alla realizzazione di un’altra grande operazione di urbanizzazione: la zona industriale delle Roveri, a nord est della città, dotata così di un collegamento. (fonte: http://www.bolognachecambia.it/)

La costruzione della tangenziale influirà notevolmente sulla storia della città, favorendo e permettendo la circolazione del traffico gommato, allora in progressivo aumento. L’essere così comodi rispetto allo svincolo San Donato diventò un punto di forza per il Pilastro.

D’altra parte però questa grossa  striscia di asfalto, tagliò strade e vie della campagna prima presenti e concentrò il traffico e i contatti tra San Donato e Pilastro sull’unico punto transitabile, il ponte sulla tangenziale. Fino ad allora, siamo negli anni 60 e c’era campagna tutt’intorno, vi era  una continuità territoriale tra la zona del futuro Pilastro e  San Donnino. Bisogna anche tener presente che in quel periodo la maggior parte degli spostamenti  non avveniva in auto, ma in bici o a piedi.

Per chi abitava nelle case coloniche dell’attuale territorio del Pilastro la comunità di riferimento era quella di San Donnino, molto più vicina di San Sisto e Cadriano.img411

Questa continuità si è andata storicamente esaurendo, nonostante la vicinanza territoriale, e si sono creati  due nuclei abitativi distinti e separati, ben attenti a non confondersi e omologarsi.

Le cause di questo processo sono diverse e molteplici, ma sicuramente anche  la costruzione della tangenziale, quasi come moderne mura di cinta della città metropolitana, ha influenzato questa distinzione e divisione tra il “dentro” e il”fuori”.

di Ingrid Negroni

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