Storia del Pilastro

I maceri, tesori di biodiversità

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Percorrendo la San Donato dal Pilastro verso Granarolo, dopo Quarto troverete, sulla sinistra, una bella pista pedonal-ciclabile. E’ percorrendo questa pista che, incuriositi ed attirati dai potenti schiamazzi di un gruppo di oche, abbiamo intravisto due maceri, proprio lì, sulla San Donato, impercettibili alla visione automobilistica, e sempre presidiati da oche ed anatre. Ma i maceri, esattamente, cosa sono? A cosa servivano?

Elemento caratterizzante della nostra pregressa economia contadina, i maceri erano raccolte di acqua ferma annesse alle case coloniche, anche se sempre collocati a una debita distanza dalle abitazioni. Spesso il macero serviva  più famiglie contadine, che contribuivano collettivamente alla sua manutenzione periodica. La funzione  dei maceri era quella della macerazione della canapa, coltivata nelle nostre campagne. Le piante della canapa richiedevano infatti prolungati periodi di “ammollo” per poter essere lavorate. Ma i maceri potevano servire a molto altro.

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Nonostante la profondità dei maceri fosse relativamente bassa, da 1 a 2 metri, queste raccolte d’acqua costituivano riserve preziose in estate per l’ innaffiatura degli orti, per i bucati, per qualche nuotata ristoratrice dei ragazzi. Inoltre nei maceri venivano immessi dei pesci che si nutrono di piante acquatiche e insetti; in questo modo si aveva un triplo risultato : acque più limpide ed ossigenate (condizione essenziale per una buona macerazione della canapa), meno zanzare e pesce da usare a scopo alimentare.

E, già che siamo in tema alimentare, non dimentichiamoci le rane fritte, vera leccornia locale di cui i maceri erano preziose riserve. D’inverno si usava la crosta del ghiaccio per rifornire le ghiacciaie.

I maceri stavano scomparendo, riempiti di materiale o soffocati dall’eccesso di vegetazione acquatica. La Provincia di Bologna, nel 2002/03 ha messo a disposizione dei finanziamenti per favorire la conservazione e manutenzione dei maceri “storici”. Ma perchè? A cosa servono oggi i maceri? Ci servono, eccome! Sono dei preziosi presidi di biodiversità animale e vegetale; nelle acque dei maceri e nei terreni limitrofi vivono molti animali e piante specifici: rane e ranocchi e rospi e tritoni in primis,  ma anche pesci e bisce e persino la testuggine palustre, unica tartaruga di acqua dolce autoctona.

Gli uccelli sono particolarmente attratti dalle zone limitrofe al macero; per alcune specie è un abbeveratoio (fagiani,usignoli); per le specie acquatiche come l’airone cinerino e il martin pescatore è un’ottima fonte di prede; altre specie ancora prediligono le flessibili  piante delle sponde dei maceri come protettivi ambienti per nidificare e procreare.

di Ingrid Negroni

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