Abitare il PilastroRacconti

La favola dell’Albero di Natale che uscì di casa per girare il mondo

Sono le sei e trenta del quattordici dicembre.  Come ogni mattina mi accingo a uscire da casa, ma nell’atrio della mia torre trovo una spiacevole sorpresa. L’Albero di Natale, allestito come da tradizione l’otto di dicembre, non c’è più. Sparito.

Che sarà mai successo? Chi può aver preso il nostro Albero ?   In poco tempo, sempre più condomini si accorgono della sua assenza: chi si ferma, chi s’intristisce, chi commenta arrabbiato, chi alza i pugni al cielo, chi guarda incredulo l’angolo vuoto dove prima stava l’albero addobbato.

La notizia passa di bocca in bocca. “Ma che gente abita in questo rione? Perché l’avranno fatto? Per farci un dispetto? E poi si parla di Spirito Natalizio!”                                                                                                     Qualcuno propone di rimettere immediatamente un altro albero, qualcun altro, invece, sfiduciato, non vuole più sostituirlo: “Ci penseremo il prossimo anno”.

Ma che è accaduto veramente? Nessuno lo sa. Nessuno ha un indizio. O quasi…………….perché smettendo di strillare e di ammalarsi di rabbia, si potrebbe forse sentire la voce di chi era presente al momento del fattaccio, di chi godeva, in quella circostanza, di un’ottima visuale: le luccicanti Palline rosse appese alle plafoniere dell’atrio.

“Perché, parlano?” si domanderà qualcuno incredulo “E dove hanno gli occhi per vedere?” dirà qualche altro. Oh, sinceramente io proprio non lo so, ma il mio cane sembra esserne convinto. E pure tutti i suoi amici a quattro zampe. Quindi chiudiamo gli occhi e facciamo silenzio……..ancora silenzio………sintonizziamo il cuore………cominciate a sentire questo sommesso chiacchiericcio? Se vi concentrate meglio, potete iniziare a percepire delle voci, dapprima indistinte, poi sempre più chiare. Potete ascoltare le loro parole: “Perché mai saranno arrabbiati i nostri condomini? Cosa li turba? Non sarà per Albero di Natale? No, non dovrebbero davvero darsi tanta pena. Albero di Natale adesso è partito. Ha una missione da compiere. È felice”. Ieri sera, infatti, un pensiero aveva cominciato a frullare nella testa di Albero. E non se n’è più andato via. “Care Palline rosse” aveva iniziato “Nel soggiorno di ogni appartamento di questo condominio è posto un Alberello come me. Quindi vi chiedo: secondo voi, serve che io stia qui? Infondo ognuno ha il proprio. Non sarebbe meglio che io uscissi e andassi a trovare chi un Albero non può averlo?” “Ma Albero che dici? Sei così bello in questo atrio splendente. Chi entra per andare a trovare qualcuno, ti vede e si rallegra. E poi dove vorresti andare? È tanto buio e tanto freddo là fuori”

Albero non era persuaso: “No. Sono convinto che sia meglio andare a scaldare il cuore di chi è solo ad aspettare questo Natale. Proprio perché là fuori è buio. Proprio perché è freddo”.  Le Palline si guardarono stupite. Come ribattere? Infondo era proprio vero. Così, ammutolite, scrutarono Albero che goffamente muoveva i primi passi. Non è mica facile imparare a camminare in così poco tempo! Lo videro allontanarsi verso la porta sul retro. L’osservarono mentre usciva silenziosamente. Lo sentirono brontolare, quando alcuni addobbi si impigliarono tra i rami della siepe. Solo allora capirono che Albero faceva sul serio. “Albero non ti preoccupare, qui ci pensiamo noi”. Gli dissero da lontano. “Fai buon viaggio. Racconteremo a tutti perché te ne sei andato”. “Tornerò” disse Albero di Natale. E partì sereno per il suo viaggio attorno al mondo.

Quindi, se in questi giorni vi capiterà d’incontrare per le vie della città in cui abitate, un Albero di Natale un po’ goffo e stanco, salutatelo da parte nostra e ditegli che i suoi Condomini lo aspettano, ma che sono felici che sia andato ad augurare il Buon Natale a chi si trova solo, per strada, al freddo.

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