Periferie in rete

InStabile: i cittadini risanano uno spazio dismesso

Il primo appuntamento di questo anno è stato per domenica 26 febbraio, dalle 10 alle 18 Auto-recupero [ diamo di bianco ]. Così si presenta il progetto InStabile che da alcuni anni coinvolge cittadini del Quartiere Savena.
“InStabile è un’associazione informale di cittadini uniti dalla volontà di ridare vita a un edificio abbandonato, creare cultura, lavoro e welfare in una quartiere periferico di Bologna: piantare un seme di urbanità in un terreno fertile, ma mai coltivato.
Oltre all’azione di riqualificazione fisica degli spazi, i cittadini attivi nella creazione di InStabile si propongono di creare un nuovo centro di riflessione e ricerca intorno al tema della rigenerazione delle periferie e il riuso degli spazi abbandonati in in Italia.”

Community Creative Hub: Giulia Tedeschi è una giovane protagonista di questo progetto, e in sintesi ce lo spiega così: “abbiamo un cantiere sociale, stiamo ri(costruendo) comunità riappropriandoci di un bene comune, questo è il più grande risultato che raggiungeremo mai.”

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Redazione: Come è nato il progetto? Siete solo abitanti?
Giulia Tedeschi:  Il progetto è nato grazie a relazioni nate nel contesto della Social Street ”Villaggio Portazza”, nel Quartiere Savena. Diversi cittadini si sono incontrati ed hanno scoperto che quell’edificio abbandonato da 30 anni che per alcuni era solo un catalizzatore di degrado, insieme poteva diventare un contenitore di ambizioni.
Inizialmente quindi eravamo tutti abitanti. Immediatamente ci siamo resi conto dei nostri limiti nel portare avanti il processo ed anche che lo spazio era davvero troppo grande da gestire. Fra i promotori molti erano già attivi intorno all’Associazione Pro.Muovo che quindi è sostanzialmente diventata capofila dei residenti. Successivamente, per colmare i nostri limiti, abbiamo contattato l’associazione Architetti di Strada, che ad oggi, ci affiancano come fidi compagni.

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Redazione: Come avete fatto a coinvolgerli?
Giulia Tedeschi:
Abbiamo cominciato a guardarci intorno cercando capire chi aveva fatto cose simili in città e non solo, attraverso il Consigliere Francesco Errani siamo arrivati all’Associazione Architetti di Strada. Immediatamente è nata una collaborazione fortissima, subito insieme ci siamo aggiudicati il Bando C’entro Anch’io di Coop Alleanza 3.0.
In questo contesto abbiamo stretto i primi rapporti sia con il Comune di Bologna sia con il Quartiere Savena che hanno sostenuto la nostra candidatura al bando. Da quel momento la collaborazione con l’Amministrazione è andata strutturandosi sempre più, abbiamo sempre avuto un forte affiancamento che è andato a formalizzarsi nel “patto di collaborazione”. Con il sostegno del bando Coop abbiamo impostato un processo di coinvolgimento dei residenti della zona in primis e poi anche di altre associazioni del territorio che erano interessate al nostro progetto, magari intravedendo nel spazi rinnovati dello stabile una loro futura sede.

Redazione: Avete creato una rete?
Giulia Tedeschi:
. Dopo questo processo di coinvolgimento, coi diversi attori abbiamo cominciato ad immaginarci effettivamente come si sarebbe potuto strutturare l’attività dentro al nuovo centro civico.
Grazie anche alla testimonianza di chi in Italia ha fatto cose simili a noi, abbiamo definito il modello di Community Creative Hub, un luogo nel quale creativi (artigiani, liberi professionisti, piccole imprese etc..) e cittadini convivono a stretto contatto contaminandosi l’uno con l’altro e generando un valore sul territorio.

Redazione: Lo stabile in disuso era del Comune? Come siete riusciti a farvelo assegnare?
Giulia Tedeschi:
ACER è proprietaria dello stabile; mentre da una parte ci preoccupavamo di costruire il futuro dello stabile era importante capire come entrarci. In questo senso la collaborazione con il Comune e il Quartiere è stata indispensabile. Con ACER in qualche mese abbiamo definito i rapporti del contratto: si tratta di un comodato d’uso modale, in sostanza i cittadini (formalmente l’associazione Pro.Muovo) si impegnano a pagare il canone di affitto attraverso la realizzazione di lavori di ristrutturazione allo stabile stesso.

Redazione: Mi pare di capire che il rapporto con Quartiere e Comune ha avuto un grosso ruolo; il patto di collaborazione vi ha concesso un finanziamento ?
Giulia Tedeschi:
All’interno del patto di collaborazione si fa riferimento al comodato d’uso modale. Quello del patto è stato uno strumento indispensabile: il Comune accredita i cittadini (fa da garante). Da soli non sarebbero riusciti a chiudere il contratto. All’interno del patto non sono definiti particolari finanziamenti, ma il Comune formalizza la sua collaborazione con la comunità di residenti (che, come ho detto, abbiamo cercato fin dall’inizio). Il primo risultato importante è l’inserimento dello stabile all’interno dei “luoghi delle opportunità” della Città di Bologna, il che ci fa ben sperare per il futuro.in-stabileportazza-inaugurazione-del-giardino

Redazione: Come va il risanamento dell’immobile? Se ho capito ne avete solo una parte, ma piuttosto ampia. Come fate fronte ai costi di ristrutturazione?
Giulia Tedeschi:
I costi del risanamento edilizio si possono suddividere in due voci: la mano d’opera e il costo dei materiali. Quello che noi stiamo facendo è supplire alla manodopera di operai attraverso il volontariato della comunità di residenti. Fino ad ora abbiamo riscontro un grande successo, sopratutto da parte dei giovani, molto attratti dal (ri)tornare a mettere le mani in pasta. Quello che avviene è che oltre ad un cantiere edile abbiamo un cantiere sociale, stiamo ri(costruendo) comunità riappropriandoci di un bene comune, questo è il più grande risultato che raggiungeremo mai. I cittadini che partecipano al cantiere hanno anche la possibilità di imparare come fare alcune lavorazioni, qualche volta si impara a lavorare il legno, altre volte a fare l’intonaco o a costruire un muro. Ognuno mette a disposizione della comunità le proprie competenze. Le spese dei materiali le copriamo attraverso la partecipazione a bandi, per adesso principalmente C’entro Anch’io di Coop Adriatica. Abbiamo anche vinto il bando Incredibol del Comune per la Micro-riqualificazione, con questo all’interno del workshop abbiamo realizzato le strutture per l’arena spettacoli esterna. Certe opere necessitano però di costi del materiale per noi ancora non sostenibili, ci sono infatti in certe aree dell’edificio (a noi ora non accessibili, siamo nella parte staticamente sicura) solai con insufficienze strutturali. Per il risanamento di queste sarà necessaria anche una manodopera specializzata che noi non possiamo improvvisare. Per queste stiamo lavorando con il Comune per individuare altre forme di finanziamento.

Redazione: In che tempi pensate di iniziare le attività culturali?
Giulia Tedeschi:
Le attività del centro in realtà sono già in essere, il cantiere stesso è la prima fra queste. Inoltre durante l’estate abbiamo organizzato alcuni concerti, si è attivato il gruppo di acquisto solidale, abbiamo organizzato un concorso fotografico etc.. Nei prossimi mesi immaginiamo di finire i lavori sufficienti a rendere fruibili gli spazi, pertanto da quel momento potremmo ospitare anche soggetti esterni interessati a svolgere qui le loro attività. Abbiamo già degli interessati, ma siamo aperti ad accoglierne molti altri.

in-stabile-portazza-3A cura di Claudia Boattini
Foto dal sito: https://instabileportazza.wordpress.com/

https://www.facebook.com/InstabilePortazza/photos/a.610255125771970.1073741828.610034529127363/969171019880377/?type=3

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