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Novità per gli orti di via Salgari

La riunione degli assegnatari dell’associazione “Orti di via Salgari”  si è tenuta al Centro Sociale di via Dino Campana il 28 febbraio. Erano presenti: Patrizia Preti, Presidente degli orti, l’Architetto Giuseppe De Togni, del Comune di Bologna, Simone Borsari, Presidente del Quartiere San Donato-San Vitale, Ilaria Daolio. Grande la partecipazione degli ortolani: c’erano oltre 80 persone.

Inizialmente Patrizia Preti, attuale Presidente del Comitato orti, ha comunicato e commentato gli esiti delle recenti votazioni per il rinnovo del comitato, evidenziandone alcuni aspetti positivi.
Innanzitutto tre dei nove neo-eletti hanno meno di 40 anni; considerando l’età media si possono definire giovani, e ciò è un segnale di rinnovamento e ricambio.

Inoltre è stata molto alta l’adesione al questionario che era proposto in concomitanza del voto, in cui veniva richiesto di esprimere proposte e perplessità in merito algestione orti. Anche se non ci sono ancora esiti formali di queste risposte, vi sono interessanti contributi e spunti di rinnovamento.

L’Architetto Giuseppe De Togni, del Comune di Bologna, ha illustrato un progetto di radicale ristrutturazione di tutta questa zona ortiva. Molto utile ed efficace durante l’esposizione è stato l’utilizzo di cartine e mappe, che hanno reso più chiaro a tutti le novità che man mano si proponevano.

E doveroso precisare, come più volte ribadito dall’architetto, che la realizzazione del progetto è subordinata all’assegnazione di fondi, che dovrebbero arrivare col “bando periferie”. Questo finanziamento pare abbastanza probabile, ma non certo. Si saprà con precisione in tarda primavera.
Ma, mettendoci un po’ di ottimismo e speranza, proviamo ad illustrare a grandi linee i punti chiave del progetto.
Il numero complessivo degli orti resterebbe invariato, circa 400.  Ognuno di  40 metri, una dimensione notevole; parliamo delle particelle ortive più grandi di Bologna.

Ogni orto avrà un attacco d’acqua individuale, elemento molto importante e richiesto: questo permetterà una ripartizione più equa delle spese di annaffiatura ed anche un uso più parco e corretto del “bene acqua”, evitando sovrautilizzi impropri e sprechi.

Ogni orto avrà anche un luogo proprio dove conservare gli attrezzi. Ci saranno compostiere.

Gli orti saranno divisi in 6-7 ”lotti”( che in termini tecnici si definiscono “colonie”); ogni lotto avrà una recinzione mentre saranno da evitare, come già da ora, le recinzioni individuali dei singoli orti.

Molta attenzione nel progetto è stata posta ai locali ed agli spazi comuni: una vasta tettoia, un deposito sicuro collettivo per gli attrezzi di maggiori dimensioni, servizi igienici in un paio di zone, il forno. Mi sembra importante evidenziare la novità di un’area dedicata all ‘orto didattico, dove i bambini e le scolaresche, familiarizzino un po’ con piante e terra, e apprendano qualcosa di questi elementi ormai sconosciuti ai giovani.

Vi sarà anche una zona attrezzata con modalità tali da rendere accessibile la coltivazione anche a persone con difficoltà motorie.
E l’aromatario dove coltivare piante aromatiche in maniera condivisa.

Se questo progetto verrà realizzato sarà sicuramente un grande passaggio ed arricchimento per quest’area e anche un’occasione per riprendere un po’ l’aspetto del rispetto del regolamento da parte di qualcuno.
Si tratta di rispettare tutti regole comuni, inevitabili quando si è in tanti e si condivide una zona così vasta e preziosa. Come sempre e come per ogni spazio pubblico, l’impegno individuale ed il rispetto reciproco sono fattori indispensabili per mantenere civiltà ed armonia.

Molti gli interventi e le domande dei partecipanti. Una parte di questi esprimevano soddisfazione e speranze per questo progetto; molti ponevano domande precise sulle fasi di realizzazione , sulla tempistica. A questi  l’architetto ha risposto in maniera molto tranquillizzante: il tempo massimo previsto per la realizzazione del progetto, per ricevere il finanziamento, è di 2 anni. In realtà si pensa di usare meno tempo e, soprattutto, il cantiere sarà progressivo, cioè riguarderà singole aree, per cui si parla in termini di mesi per ortolano. Certamente se si vuole migliorare un territorio una fase di cantiere e “disagio” è inevitabile!

Due ortolani hanno sollevato un problema “etico” rispetto al costo del progetto ed all’opportunità di utilizzare questa cifra per un progetto simile.
L’Architetto e Preti hanno risposto rilanciando il valore complessivo che un’opera simile avrebbe prima  di tutto per gli ortolani, ma per il territorio del Pilastro in generale. Inoltre è stato ribadito un impegno assoluto rivolto al contenimento della spesa complessiva di realizzazione,evitando ogni spreco e scegliendo con oculatezza i materiali. Infine da parte della presidente vi è stato un appello alla collaborazione di ogni ortolano a quest’opera, a cominciare dal liberare individualmente ogni area da eventuali materiali impropri, per esempio.Già solo questo, che pare minimo e scontato, sarebbe un aiuto per contenere i costi.

Testo e foto di Ingrid Negroni

 

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