Storia del Pilastro

MUSICA E POESIA: il Pilastro saluta la Madonna di S. Luca

L’immagine della Madonna di San Luca, dopo oltre vent’anni, è scesa dal Colle della Guardia e ha attraversato le vie del Pilastro. Si è fermata:

  • nella chiese del nostro territorio: Santa Caterina da Bologna e Sant’Andrea di Quarto Superiore

  • nei nostri parchi, dove ogni sera si è recitato il rosario: il giardino O. Schiassi, la zona ortiva di via Salgari, il parco di via Pirandello – che ha visto la presenza dell’Arcivescovo Matteo Zuppi -, il giardino A. Zama;

  • nei luoghi di lavoro: la zona industriale Roveri;

  • presso la Casa Protetta ‘Virgo fidelis’.

La comunità cristiana ha potuto partecipare – proprio grazie alla presenza di questa immagine antichissima della Madre e del Bambino che trae la sua origine nell’Oriente bizantino – a due momenti di Liturgia greco-bizantina dal significato prettamente ecumenico: giovedì 4 maggio si è celebrata una liturgia per i cattolici ucraini; sabato 6 maggio si è celebrato un Vespro ortodosso per gli ortodossi rumeni. Questi momenti sono stati presieduti da ministri appartenenti a quei popoli.


A conclusione di questa settimana, sabato 6 maggio, ha avuto luogo una serata di Poesie e Canti a Maria, a cui si è voluto dare il titolo “Tutti i popoli mi diranno beata” per rimarcare la varietà delle lingue e delle melodie che si sono alternate davanti al pubblico presente. I canti polifonici della Corale S.Egidio si sono alternati alla Salve Regina, al Magnificat, all’Ave Maris Stella introdotte dalle note, piene e squillanti, della tromba di Geppe Bergamini che assieme alla moglie Roberta li ha intonati sulla melodia del canto gregoriano.
Ancora: le preghiere nel dialetto bolognese, nel dialetto veneto, nel dialetto calabrese hanno aggiunto una nota di folklore all’atmosfera di religiosità che la musica aveva contribuito a creare.

Le parole e la musica di EKENE MARIA (Ave Maria), canto nigeriano, e il coro dello Sri Lanka che ha intonato MANGALA VEVAA (Vergine Maria), canto cingalese, hanno dato ragione della denominazione data alla serata “Tutti i popoli mi chiameranno beata

Infine, a questo vasto repertorio, ha aggiunto una nota particolare un canto sardo “Deus te salvet, Maria” intonato dalla voce sicura di Mariella Sanna, canto che Mariella ha saputo accompagnare col suono intenso della sua chitarra.

Testo e foto di Anselmo Alberti

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