I tesori dell’Arboreto
Sotto il cielo non molto rassicurante di questo maggio un po’ pazzerello, giovedì pomeriggio Ivan Bisetti, della Fondazione Villa Ghigi, ci ha accompagnato alla scoperta dei tesori dell’ Arboreto.
Il giro nell’Arboreto ha suscitato la curiosità soprattutto di chi lo frequenta abitualmente e facendo jogging, passeggiando o seduto su una delle tante panchine del parco, si è guardato attorno domandandosi: “Che foglie strane ha quell’albero, chissà cos’è?” “Che bei fiori che fa chissà che specie è?” “Quello sembrerebbe un acero ma non sono sicuro…”
E forse a conoscerlo sono solo gli abitanti della zona, come in effetti la provenienza dei partecipanti alla visita guidata ha confermato, infatti su una quindicina di persone, almeno la metà abitavano al Pilastro… Ma il Parco Arboreto è in realtà un vero tesoro di biodiversità vegetale.
Un’oasi di quiete dove puoi trovare refrigerio in estate ed essere travolto da una varietà incredibile di colori in autunno, dove piante ornamentali, provenienti da altri paesi crescono in armonia accanto alle specie nostrane. Le cavedagne e i filari di un tempo, tipici della nostra campagna sono stati volutamente conservati e si sono splendidamente armonizzati con altre specie esotiche o vivaiste.
Così durante questa bella passeggiata, usando tutti i nostri sensi, abbiamo scoperto specie dai nomi strani, alberi che parevano appartenere a una famiglia e invece appartenevano a tutto un altro genere, alberi appartenenti alla stessa famiglia ma a un primo sguardo diversissimi, a causa della loro provenienza geografica. In compagnia della guida, che ci ha rivelato anche alcuni trucchi per riconoscere meglio le diverse famiglie vegetali, siamo andati alla ricerca di dettagli che finora erano sfuggiti ai nostri occhi inesperti toccando, osservando e annusando…
Abbiamo così scoperto come accanto a un Nocciolo tipico delle nostre zone ne cresce un altro chiamato Nocciolo di Costantinopoli, che quello che pensavamo essere un Acero invece, si chiama invece Liquidambra e dai suoi semi si produce un liquido per fare creme cosmetiche, che esiste il così detto Melia o Albero del Rosario, così chiamato perché produce i tipici semi con due buchini ai lati, che si usano per fare le collane del rosario. Accanto ad aceri di diversa provenienza, abbiamo visto che cresce la Quercia Americana caratterizzata da foglie con la punta troncata, abbiamo visto la Firmiana, un albero con delle foglie grandissime, molto simili a quelle del fico, con le quali protegge i suoi semi, abbiamo conosciuto il maestoso Pino dell’Himalaya e tantissime altre specie di alberi di provenienza diversa….
Ma per avere un’idea della molteplicità di specie vegetali, dei profumi e dei colori che qui si possono respirare, l’unico modo è venire all’Arboreto in stagioni diverse, illudendosi di essere lontani dalla città….
Al prossimo appuntamento..
Testo e foto a cura di Chloy Vlamidis