Associazioni e comunità

Intervista a Simone Spataro: i nuovi progetti del Circolo La Fattoria

 

Il 25 febbraio è stata inaugurata presso il Circolo La FattoriaLa Pizzeria Etica Masaniello, gestita dalla Cooperativa La Formica, a cui il Circolo  ha dato vita a ottobre 2016, insieme ad altre associazioni.

Il presidente del Circolo La Fattoria,  Simone Spataro, ci ha spiegato come è maturata questa idea e quali sono i prossimi obbiettivi che La Fattoria ha intenzione di perseguire con questa nuova gestione.

“L’idea” ci spiega Spataro, “era di non avere più una gestione slegata dalle attività del Circolo cercando un allineamento valoriale fra le attività della Fattoria e la parte più commerciale. Per questo da ottobre 2016 il Circolo La Fattoria ha contribuito dare vita a una nuova cooperativa chiamata La Formica. Questa esperienza è cominciata a luglio dell’anno scorso quando ha chiuso la vecchia gestione del bar. Oltre a cercare di capire un po’ come andava il mercato, volevamo trovare anche un soggetto che non avesse solo un’anima commerciale, ma fosse concretamente interessato al territorio e al Circolo rispecchiando le nostre linee valoriali. Ci ha guidato anche l’intenzione di trovare un nuovo  target interessato a usufruire di questo servizio: giovani che oltre a mangiare una buona pizza, fossero interessati anche capire la filosofia e i valori che ci sono dietro a questo servizio, attirando così gente che non conosce il Pilastro o lo conosce solo per sentito dire.
Anche perché ritengo che la qualità di questo luogo sia molto alta e sia importante valorizzarla: sei lontano dal traffico, immerso nella natura, la zona è comunque servita ed è tra i più bei luoghi di relax di Bologna.
Quello che vorremmo è che la gente venisse qui per stare bene.”

Cogliamo l’occasione anche per domandargli novità sulle nuove aule didattiche della Fattoria e su quando partiranno i progetti di utilizzo.

“Per adesso stiamo aspettando che esca il bando per le aule didattiche.  Abbiamo un progetto che amplia le attività che già facciamo, cercando di coprire tutta l’anno. L’idea è di rivolgersi nella prima parte della giornata alle scuole e nel pomeriggio, attivare dei laboratori per ragazzi legati alla stagionalità, alla coltivazione delle aree ortive, rivolti a tutte le generazioni e con orari diversi, per venire incontro alle esigenze dei genitori nel dopo-scuola. Il tutto in linea anche con l’educazione a uno stile di vita sostenibile: consumo consapevole, idea del rispetto dell’ambiente, idea del rispetto dell’altro.
L’intenzione è gestire questo progetto  in sinergia con altre realtà del territorio, nell’ottica di un Fattoria Urbana Diffusa, mettendoci in rete con  altri soggetti simili (come la Cooperativa Eta Beta) che completano un percorso “naturalistico”. Il  modello di sviluppo che seguiamo come cooperativa è un modello di sviluppo “nel piccolo”, più allineato e vicino alla comunità. La nostra è una cooperativa di tipo misto con una parte ristorativa che coinvolge soggetti disagiati e una parte educativa di professionisti, che attualmente lavorano per le associazioni ma che vorremmo fossero in grado in futuro,  di dare vita ad altre iniziative imprenditoriali sul territorio.

A questo punto ci sorge spontanea una domanda sul rapporto tra volontariato e attività del Circolo e la sua possibile evoluzione. 

Simone Spataro ci risponde: “Premesso che il volontariato è comunque una grande risorsa per il territorio, il nostro orientamento è quello di integrarlo. Purtroppo, a causa delle condizioni lavorative attuali, i giovani anche se disponibili e interessati al volontariato non hanno più tempo da dedicare a questa attività: spesso hanno diversi lavori precari o orari difficilmente compatibili con altre attività. Infatti l’età dei volontari attualmente attivi alla Fattoria è molto elevata e questo problema riguarda tutte le associazioni. Da ciò la necessità di integrare il volontariato con altre formule. Bisogna che le attività del Circolo e della Fattoria Urbana siano intensive e continuative; solo a questa condizione si può arrivare ad una sostenibilità economica, che permetta il recupero dei costi di gestione e una remunerazione di chi vi dedica tempo. L’obbiettivo è un pareggio economico: si consideri ad esempio che il mantenimento degli animali  della Fattoria Urbana costa dai 20 ai 25 mila euro all’anno. Una tale cifra potrebbe essere recuperata tramite  contributo dei visitatori e delle scuole se l’attività fosse continuativa e noi vorremmo lavorare in questa direzione.”

Intervista a cura di Ingrid Negroni e Chloy Vlamidis
Foto di Lino Bertone

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