Cultura

Articolo 8

articolo 8 della Costituzione italiana

 

Art.8

“Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.

I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.”

Il 27 dicembre 2017 la Nostra Costituzione Italiana ha compiuto 70 anni.  Perché festeggiarla citando l’articolo 8?

Forse perché nell’aria si respira ancora l’atmosfera festosa e sacrale del Natale, forse perché quest’anno ricorre il cinquecentesimo anniversario della riforma luterana o forse semplicemente perché le tante differenti fisionomie dei volti che s’incontrano per le strade del nostro rione, ci pongono quotidianamente di fronte all’attualità di questo articolo.

Ma sappiamo quanti e quali comunità religiose sono presenti nella nostra città? Le conosciamo?

Perché per riuscire ad applicare il principio d’eguaglianza sancito dal comma 1 dell’articolo 8, il primo passo da compiere è la conoscenza reciproca, unico vero strumento che ci consente di rimuovere i pregiudizi culturali e la diffidenza.

Ci sono occasioni per conoscerci? A Bologna sicuramente si. Una di queste si è svolta proprio qualche tempo fa: una camminata di circa tre ore (organizzata Sabato 14 ottobre 2017 dall’Ufficio Cooperazione e Diritti umani del Comune di Bologna in collaborazione con l’Associazione Next Generation Italy e Ateliersi nell’ambito del progetto ReAcT ER – rete Antidiscriminazione Territoriale Emilia-Romagna) condotta da guide interculturali di Migrantour. La visita, aperta a tutti, ha toccato alcuni luoghi di culto presenti in città e ha permesso ad un gruppo di abitanti di Bologna di avvicinare alcune comunità religiose e non.

Sei i luoghi di culto visitati lungo il cammino; incontrate cinque comunità religiose e un’associazione laica.  In ciascun luogo, un rappresentante di ogni comunità di fede ha raccontato come vivono il proprio credo e ha risposto a tutte le domande poste dai visitatori.

Primo luogo: la Sala di preghiera An-Nur di via Torleone, Centro di Cultura Islamico nel quale ogni giorno si ritrova a pregare parte della comunità musulmana.  Nessuna immagine sacra alle pareti, solo alcune frasi del Corano.  Seduti sui tappeti, scalzi, le donne col capo coperto, abbiamo ascoltato in silenzio la voce dell’Imam, che, in un’atmosfera rarefatta e luminosa, ci ha illustrato insieme a due giovani fedeli, i cinque pilastri della fede: la testimonianza, la preghiera, l’elemosina, il digiuno, il pellegrinaggio alla Mecca. Cinque le preghiere quotidiane che scandiscono la giornata del fedele mussulmano.   L’Islam è una delle tre religioni del libro ed è monoteista.  Attualmente l’Islam non ha una intesa con lo Stato Italiano.

Seconda tappa: la distanza lineare percorsa è breve, ma la lontananza di pensiero è profonda e incolmabile. Appoggiati alle pareti del locale che ci accoglie per l’occasione, i rappresentati dell’UAAR Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti,  (associazione costituitasi a Bologna nel 2005) ci hanno spiegato come la libertà di religione e la libertà dalla religione, oltre ad essere equivalenti dal punto di vista del diritto, siano cardini essenziali delle democrazie liberali, garanzia della libertà di coscienza di tutti gli individui, credenti e non.                                                                                                                                                                                           Una giovane donna ci ha raccontato la sua esperienza nel paese d’origine, l’Albania, unico Stato a dichiarare l’ateismo di stato. Per molti anni furono vietate la creazione di associazioni religiose, la presenza di luoghi di culto, la vendita o pubblicazione di materiale religioso e l’insegnamento religioso. Tutte le pratiche religiose non solo furono vietate, ma furono anche perseguitate. Il suo racconto ci ha permesso di riflettere sulla natura delle persecuzioni: qualsiasi sia la motivazione per compierle, in nome di Dio o contro Dio, l’esito è il medesimo: perdita della libertà di coscienza.

Terzo luogo: siamo stati condotti lungo Strada Maggiore alla Chiesa Cattolica dei Santi Bartolomeo e Gaetano. Situata in prossimità delle Due Torri, la Basilica sorge su un’altra chiesa già esistente nel XIII secolo. Presenta tre navate ed è riccamente decorata in stile barocco.

 Ci siamo seduti in ordine sparso sulle panche di legno scuro e abbiamo ascoltato le parole del Parroco che ci ha illustrato concetti a noi noti: la Chiesa professa la libertà di culto, conseguenza della libertà di fede e di coscienza.  Il Cattolicesimo afferma l’esistenza di un Dio Creatore dell’Universo, uno e trino. Un unico Dio e tre Persone divine: Padre, Figlio e Spirito Santo. L’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio è dotato di libero arbitrio, quindi può scegliere tre il bene e il male.

Osservando la Basilica non si può fare a meno di notare i segni inequivocabili della partecipazioni di fedeli provenienti da comunità straniere: filippini, peruviani, ecuadoriani.  Il Parroco aggiunge che sono spesso ospitate comunità cristiane ortodosse prive di propri luoghi di culto, come ad esempio gli Armenio Etiopi. Negli ultimi due anni ha ospitato la scuola d’italiano per richiedenti asilo.

Quarto luogo: ci siamo incamminati lungo le vie del Ghetto ebraico e ci siamo fermati in via de’ Gombruti di fronte alla Sinagoga.                                                                                                                                            Purtroppo, essendo sabato, non ci è stato possibile visitarla. Questa non è la prima Sinagoga di Bologna: la prima risale al 1586 ed era situata in via dell’Inferno, ma fu distrutta nel 1593, quando gli Ebrei furono cacciati dalla città. L’attuale fu eretta nel 1954 sui resti di una precedente, costruita nel 1928 e rasa al suolo nel 1943. L’Ebraismo è una religione monoteista basata sugli scritti della Torah; non ha dogmi, ma modelli comportamentali.  La storia degli Ebrei comincia con l’invito di Dio ad Abramo a lasciare la sua terra per dirigersi verso un altro paese: la Terra Promessa.Da quel momento Yahweh stipula con il suo popolo un’alleanza, facendolo diventare il Popolo eletto, incaricato di diffondere la fede.

I rapporti tra la Comunità Ebraica e lo Stato Italiano sono regolati dalle intese con le Comunità religiose riconosciute dallo Stato.

Quinta tappa: la Chiesa greco-ortodossa Agios Dimitrios, in Via de’ Griffoni La Chiesa è zeppa di colori, immagini sacre e di arredi, che allietano la vista.                                                                                                               Il Parroco ci accoglie e un largo sorriso che mantiene durante tutta la visita. Con voce tonante ci spiega che questo luogo è diventato punto di riferimento per un numero di fedeli difficilmente calcolabile.

A parte l’assenza del Purgatorio e il calcolo della Pasqua che segue regole e calendari diversi, è davvero difficile, per chi come noi si approccia per la prima volta a questa religione, comprendere le sfumate differenze che la dividono dalla Chiesa Cattolica.                                                                                                                                   La Chiesa ortodossa è una comunione di Chiese cattoliche Autocefale (cioè che hanno il diritto di organizzarsi autonomamente, scegliendo i propri Vescovi).                                                                                                              Quella Greco-ortodossa di Bologna professa l’importanza della libertà di culto perché uno dei diritti umani.

Ultima tappa del nostro breve viaggio: la Chiesa Evangelica Valdese e Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi.

Nella Chiesa sono in corso le prove per un concerto in programma nel tardo pomeriggio. Il clima al suo interno non sembra essere quello di una città italiana.                                                                                                                                            Il Pastore ci riceve con entusiasmo. La sua espressione è aperta e rassicurante e ci mette a nostro agio.  Ci racconta che la chiesa Valdese prende il nome da Valdo, mercante di Lione del XII secolo, che, come San Francesco, abbandonò beni e averi per predicare il Vangelo tra i poveri.

Nel 1532 i Valdesi aderirono alla riforma protestante nata da Lutero e Calvino. In Italia sono sempre stati impegnati a favorire la laicità dello Stato.   Il movimento centra la sua testimonianza su due aspetti del messaggio cristiano: la fedeltà al Vangelo e la povertà della Chiesa.

Nel 1975, con il Patto d’Integrazione inizia il cammino comune con le Chiese Metodista.  La Chiesa Metodista professa una spiritualità coinvolgente e una spiccata attenzione verso la dimensione sociale dei problemi e la costruzione di una realtà comunitaria.

A Bologna la Chiesa promuove una delle più grandi scuole d’italiano per stranieri, con più di 500 studenti per anno e sessanta insegnanti volontari.

Forse al termine di questa breve passeggiata l’articolo 8 della  Costituzione della Repubblica italiana assume un valore diverso, più concreto.

Art.8

“Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.

I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.”

Testo di Lorenza Zullo

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