Scuole del Pilastro

I racconti di Seriana e Iman

Il racconto di SERIANA

Il mio quartiere è bello, perchè tutti si conoscono.
Un giorno ero fuori e ho incontrato la mia amica Maria; ci siamo fermate a fare qualche chiacchiera, parlando abbiamo deciso di andare in centro.
Arrivati in centro siamo andate a mangiare al McDonald, finito di mangiare siamo andate a fare shopping. Il centro è molto bello perchè c’è tanta gente.
Camminando Maria ha visto una ragazza di nome Evelin, con la quale non va più d’accordo. Lei ha cercato di evitarla, ma Evelin la offendeva dietro le spalle. Allora Maria si è infuriata ed è andata a parlarle. Questa ragazza l’ha spinta, così è finita che si sono picchiate.
Io le ho divise, ma Evelin è andata in ospedale. Poi, arrivata la polizia, hanno chiamato i genitori di Maria e di Evelin.
Maria e i suoi genitori sono andati in tribunale, perché i genitori di Evelin hanno fatto una denuncia.
In tribunale la polizia ha detto ai genitori della mia amica che dovevano pagare una certa cifra per non mandare la loro figlia in comunità.
I genitori della mia amica ha pagato quello che dovevano pagare, ma alla loro figlia è finita in castigo per un mese.

Il racconto di IMAN:

Vivo a Bologna perchè i miei hanno deciso di vivere qui altrimenti sarei a New York oppure a Dubai.
Di Bologna mi piacciono le piazze, il cibo e la gente; mi trovo abbastanza bene.
La gente di Bologna è molto amichevole e abbastanza tranquilla.
Di Bologna conosco bene il quartiere Pilastro, Zanardi e la Bolognina. Qualche volta alla settimana vado in centro soprattutto in Piazza Maggiore.
Era una fredda giornata d’inverno e non si sa perchè il quartiere malfamato in cui abitavo era completamente spopolato. Io e papà giocavamo a calcio, mentre Luca (mio fratello) giocava con la neve assieme a mamma.
Ormai era tardi e dovevamo ritornare a casa ma mi accorsi che la mamma era sparita e mio fratello rideva e scherzava da solo… ma aspetta, mio fratello non ha mai parlato. Mi avvicinai a Luca, lui mi guardò con gli occhi rossi mentre perdeva sangue e gli domandai: ”Ma da quando riesci a parlare ?!” – mi rispose: “shhhh… è il nostro piccolo segreto”.
Luca corse via e io lo inseguii: lo trovai sorridente davanti a un cadavere… era la mamma morta con la testa sgozzata e il cuore nella sua mano che pulsava ancora; subito dopo venne dietro un signore e mi disse: ”Ti è piaciuto lo scherzo?” e ridendo sparì nel nulla.
Papà una volta arrivato, vide il cadavere della mamma e, convinto del fatto che l’avessi uccisa io, per punirmi decise di vendermi a un signore. Ero molto spaventata e non sapevo cosa fare; avevo paura di essere torturata da quell’uomo, ma poi dopo qualche ora egli venne da me e mi disse che in realtà voleva salvarmi da mio padre e per questo mi aveva comprato altrimenti mio padre mi avrebbe maltrattato per punirmi per un errore mai commesso. Per allontanarmi da mio padre mi portò a Bologna e mi trovò un posto dove abitare e se ne andò via.
Ero abbastanza grande per vivere da sola, infatti iniziai a lavorare e mi costruì una vita.
Adoro Bologna: è una città piena di portici e la gente è molto allegra e amichevole.
Spesso vado a San Luca e anche nei giardini (preferisco i giardini Margherita).
Ora sono madre di 2 bambini e vivo una vita felice
Qualche volta penso di ritornare dai miei, per vedere mio padre e Luca ma penso che si siano dimenticati di me, ma per loro le porte di casa mia sono sempre aperte.

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