Coabitare o convivere

Al Pilastro abitano persone di tante differenti nazionalità, alcune sono in Italia da molti anni, hanno la cittadinanza italiana, e spesso mantengono proprie usanze ed abitudini. Capita di scambiare due chiacchiere in attesa dell’autobus o al Centro Commerciale: la curiosità di conoscersi e l’abitudine ad incontrarsi atteggia al sorriso.

Non è stato così qualche sera fa: forse nessuno se ne è accorto, il Villaggio è grande e di sera il freddo spinge a serrare presto porte e finestre.
Al campo sportivo di via Pirandello, al termine della partita di calcio vinta dalla Felsner contro la Val di Setta, dopo insulti razzisti che già si erano sentiti nel corso della partita, un giovane calciatore ivoriano è stato aggredito e spedito all’ospedale.
La notizia è del Resto del Carlino, che informa che la squadra Felsner ha come obiettivo l’integrazione di migranti, che gli insulti razzisti sono ormai regola e che l’aggravante è stato che i dirigenti della squadra perdente fomentavano.

Chi scrive non è amante del calcio, non so come sia possibile divertirsi esprimendo rabbia e odio per chi gioca in un’altra squadra. In televisione sempre più spesso sento notizie di aggressioni, di insulti, e, in questi giorni, di una morte forse per incendio doloso. Mi vergogno per queste persone, temo che si pensi che gli italiani sono tutti così.
Mi sono chiesta come si possano sentire i migranti che vivono tra noi.
Mi sono chiesta cosa posso fare io, cittadina che utilizza una parte del proprio tempo libero in attività socialmente utili.
Non ho una risposta. Sto cercando una risposta perchè ho studiato abbastanza per sapere che dal malcontento diffuso, dall’impoverimento che coinvolge tante famiglie che avevano raggiunto un po’ di benessere, dalla paura di un domani di vecchiaia, malattie e inquinamento non nasce niente di buono.

Se guardassimo alle potenzialità e ai segnali positivi? Le famiglie multietniche sono sane ed allegre, molti migranti hanno un forte senso della famiglia, molto rispetto per gli anziani, valori sani che a volte non ritroviamo nei nipoti autoctoni.
In questo blog abbiamo raccontato di quante iniziative vi siano per inserire chi ha più difficoltà come In biblioteca col Marsupio rivolto a mamme che conoscono poco la nostra lingua che possono portare con sè i bimbi piccoli; la Scuoladelle Donne luogo di socializzazione, oltre che di apprendimento; il corso di arabo per bimbi che non conoscono la lingua dei nonni, oltre alle mille iniziative della BibliotecaSpina e del DOM  per affermare una cultura multietnica basata sulla reciproca conoscenza.

Oltre alle tante iniziative organizzate dal Quartiere, dalla Parrocchia che apre le porte a tutti in Estate Ragazzi e al Centro d’ascolto, l’Associazione AlGhofrane e con le varie attivitàdi sport e di incontro, del Circolo La Fattoria che da tanti anni ospita le funzioni religiose di comunità africane metodiste e che da mesi garantisce l’apertura della Fattoria Urbana grazie all’impegno di due ragazzi senegalesi in SPRAR, è sempre più diffusa la voglia di conoscersi, di condividerela cena o la festa.

Mi sembrano tanti tentativi della comunità del Pilastro di migliorare dal basso la propria coesione sociale: una visione del vicinato che cerca la persona e rifiuta la paura del diverso.
Le differenze danno fastidio quando ci si sente costretti a coabitare, ma se in tanti dedichiamo tempo per convivere meglio, magari sopportando quelle piccole grandi cose che danno un po’ fastidio, non saremmo più sereni?
Basterà a fronte della rabbia e del rifiuto che sta innescando fra i migranti il “Decreto Sicurezza”?

INFORMAZIONE IMPORTANTE
Nei giorni successivi alla pubblicazione, abbiamo ricevuto una differente versione dei fatti riguardanti la partita citata nell’articolo, da parte del dirigente del Val di Setta. Poichè si parla di una denuncia, non ci permettiamo di commentare, nè di cercare ulteriori informazioni.

“Volevo raccontare la mia versione dei fatti. Io abito a Casalecchio di Reno ho visto il vostro articolo su internet così come ho visto quello del Carlino e come a voi ho risposto pure a loro in precedenza. Comunque  il giorno del fatto ero presente al campo pilastro con il ruolo di dirigente accompagnatore della mia squadra il Val di Setta contro il Felsner la partita é terminata con la vittoria strameritata del Felsener e alla fine ci son state un po’ di discussioni. Mentre stavamo uscendo dal campo, discutendo animatamente, a un certo punto sono stato circondato da 5 giocatori della squadra avversaria che mi hanno spinto contro la rete e uno di loro mi ha sferrato un pugno spaccandomi il sopracciglio. I miei giocatori mi hanno trascinato fuori dal campo essendo io tramortito a quel punto abbiamo deciso di chiamare la polizia e il 118 per soccorrermi. Quando la polizia è  giunta sul posto il ragazzo che mi ha colpito era già scappato, poi il 118 mi ha portato al pronto soccorso del sant’Orsola dove mi hanno applicato 5 punti di sutura al sopracciglio. Il giorno seguente sono andato a denunciare il ragazzo che mi ha colpito per aggressione. Il ragazzo è poi stato chiamato in federazione ed è stato squalificato fino ad aprile.
Contando sulla vostra buona fede che pubblicherete questa smentita attendo la vostra risposta Distinti saluti
In fede BENNI MARCO”

Testo di Claudia Boattini

 

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