Associazioni e comunità

Via Mattei: come è finita?

La Prefetto di Bologna ha cercato di evitare in tutti i modi che donne e uomini di Bologna riuscissero a portare a termine i percorsi di inserimento dei 183 migranti “ospiti” dell’Hub di via Mattei.
La tristezza che si percepiva nella lettera che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi, è una prova evidente che quel misto di delusione e rabbia, mancanza di informazioni precise e bombardamento quotidiano di televisioni di ogni tipo, tese a convincere ognuno di noi che siamo tristi perché “invasi da migranti, per volere di una minoranza buonista”.

Quando ho letto il racconto del presidio in Piazza Nettuno e il ventilare di una nuova Resistenza, io che sono proprio convinta di dovere la mia libertà ai partigiani, mi sono chiesta: ma come è finita la vicenda di via Mattei? E’ vero, come ho sentito in televisione, che circa 130 ragazzi sono stati portati a Caltanisetta?

Ho cercato articoli sui giornali e notizie televisive, ed ho trovato poco e poco documentato. Per certa carta stampata, blog e TG nazionali, poichè gli abitanti che vivono intorno a via Mattei erano a favore del proseguimento dei percorsi di inserimento, non potevano fare notizia e tanto meno hanno fatto notizia le centinaia di persone e associazioni che manifestavano solidarietà e disponibilità a trovare soluzioni costruttive.

Non mi interessano le polemiche: i fatti sono che si sapeva che i lavori dovevano essere fatti, ma sono lavori che si sarebbero potuti fare anche liberando solo parte dell’immobile a rotazione; venerdì 7 a seguito di indiscrezioni giornalistiche, la prefettura, dopo aver informato il Consorzio gestore, informa il Comune di Bologna che entro una settimana inizieranno i lavori e che 144 migranti dei 183 residenti nell’hub, verranno trasferiti a Caltanisetta. Donne e famiglie erano destinate a strutture regionali. Alcuni migranti se ne vanno immediatamente; operatori e istituzioni iniziano a cercare soluzioni. Il Consorzio Arcolaio, il cui contratto sarebbe terminato il 30 giugno, presenta una proposta di gestione dei lavori senza svuotamento dei locali, operatori e sindacati chiedono incontri e organizzano presenze alle manifestazioni del week end in particolare a “La Repubblica delle idee” chiedendo adesione alla piatrtaforma

Cronaca-di-un-presidio il documento degli operatori dell’accoglienza, aveva invece fornito la documentazione ora per ora di quello che stava succedendo

“Al di là del compromesso raggiunto tra le Istituzioni, il risultato è merito dell’impegno e alla determinazione di tutti gli operatori sociali dell’accoglienza di Bologna e distretti, del supporto dei legali, dei sindacati e di tutti coloro che hanno preso parte ad una mobilitazione nata dalla capacità di auto-organizzazione e dalla solidarietà tra lavoratori, persone accolte e cittadini.
Resta irrisolto l’interrogativo sulla libera scelta delle 39 persone che sono partite per Caltanissetta, considerato che se fossero rimasti lo avrebbero fatto senza alcun tipo di garanzia di presa in carico dalle Istituzioni, con il rischio concreto di ritrovarsi per strada e potendo contare solo sulla solidarietà dimostrata da associazioni e privati cittadini.”

Giovedì 13 oltre all’incontro per affrontare il problema della perdita di lavoro per gli operatori del Consorzio, lo scalone del Pincio ha assistito al flash mob di lancio della campagna Io Accolgo di cui pubblichiamo l’appello

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