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Piove con il sole

Alzheimer, una tematica di una pregnanza e diffusione maggiore di quanto appare o si percepisca.
Sabato 26 ottobre, come avevamo già anticipato,  si è tenuta la proiezione del film documentario “Piove con il sole”, documentario di alta qualità e di forte impatto emotivo su questa problematica assai delicata quanto diffusa oggigiorno.

Un documentario difficile; impossibile non commuoversi anche per chi non ha problemi personali in corso con queste malattie.
Ad aprire l’evento sono stati gli interlocutori che hanno contribuito a realizzare l’evento, Coop Alleanza, l’associazione Mastro Pilastro, il Presidente Simone Borsari e l’Ufficio Servizi sociali del Quartiere San Donato San Vitale di Bologna.

La proiezione è stata introdotta ed accompagnata dalla psicoterapeuta e curatrice del film Fiorella Claudia Rodella, impegnata da anni in percorsi di sostegno e di ascolto delle famiglie ed operatori della cura nel mondo degli anziani e della non autosufficienza.
A rendere ancora più intenso e toccante il film è stata la presenza in sala dei loro protagonisti: i due anziani mariti modenesi che con il loro racconto poetico e a tratti sofferto ci parlano del loro amore incondizionato per le mogli da tempo malate di Alzheimer e di sclerosi multipla.
La loro presenza e quella dei loro figli e nipoti hanno reso ancor più commovente la visione del documentario.

Una prima visione del film era avvenuta circa due anni fa a Modena presso il Cinema Teatro Michelangelo, alla presenza di centinania di cittadini.  Questo è stato sicuramente un evento minore ma, come ha detto la psicoterapeuta, forse questa dimensione più ristretta è più consona alla partecipazione e all’impatto emotivo ed ha favorito un clima partecipativo e di condivisione con il pubblico. Sono stati diversi, infatti, gli interventi in sala.
Abbiamo pensato pertanto di intervistare nuovamente Fiorella Claudia Rodella per porle alcune domande e chiederle le sue impressioni.

Ci dice : “E’ stata una esperienza molto coinvolgente e toccante soprattutto perché il tema dei caregivers, cioé di chi si prende cura quotidianamente di un proprio familiare con problematiche di non autosufficienza, rappresenta un problema sempre più diffuso e di cui forse si parla poco.  Mentre, invece, sarebbe importante poter maggiormente sensibilizzare la comunità su questo tema. Per i familiari, per chi vive questa esperienza dolorosa, è importante non sentirsi soli, e poter condividere con gli altri questo percorso tortuoso in cui è fondamentale essere sostenuti e supportati. La promozione del documentario sul territorio ha per me proprio questo scopo”.

Alla domanda di come abbiano risposto i partecipanti all’evento, la dottoressa risponde: “Sebbene questo evento fosse assai diverso da quello precedente, realizzato con grandi numeri  presso un importante Teatro di Modena , questa dimensione più ristretta, devo confessare, mi ha sorpreso piacevolmente. Ha, infatti, rappresentato un valore aggiunto all’esperienza favorendo la partecipazione del pubblico che, in modo molto generoso e sentito, ha fatto diversi interventi portando la propria testimonianza”.

Infine, chiediamo quali sono i progetti futuri rispetto alla proiezione del documentario: “Questa è la prima volta in cui  il documentario viene visto a Bologna. Abbiamo pensato fosse importante partire dal territorio, dal quartiere, con un evento più ristretto per iniziare a sensibilizzare la comunità su un tema assai doloroso e sofferto.  Mi piace pensare che questa visione rappresenti solo l’inizio di un percorso , di un intenso viaggio che con delicatezza parli alla comunità attraverso diverse tappe sul territorio”.

Cogliamo l’auspicio della dr.ssa Rodella e ci auguriamo che questa prima proiezione sia solo la prima di un lungo percorso nella comunità bolognese, che aiuti le persone a sentirsi più vicine.

A cura di Susi Realti

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