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I volontari di Granarolo

Forse non tutti sanno che solo 12 km ci separano da Granarolo, ridente località che confina praticamente con la periferia di Bologna; e guarda caso in quella periferia ci siamo noi del rione Pilastro! Ma, perché parlare di Granarolo? Semplicemente perché esattamente ieri pomeriggio nel telefonare ad una mia cara  amica, che sta a Quarto Inferiore, (ad un soffio da Granarolo) vengo a sapere che ogni martedì lei prepara un pranzo, assieme ad un’altra amica e…  nella cucina della parrocchia di San Michele in Granarolo, naturalmente con il benestare del parroco! Investo la mia amica con una raffica di domande piena di curiosità, così vengo a conoscenza che, un gruppo di 30 volontari, di cui lei fa parte,  capitanati da un certo sig.Claudio, appartenente alla parrocchia di Granarolo, si muovono, con tutte le debite precauzioni del momento, cucinando e consegnando pasti caldi, per uno gruppo di senza dimora, o meglio “I poveri di Emergenza”, come vengono chiamati, (vedi “Progetto freddo”) e  già seguiti in tempi non ancora  sospetti da virus, da qualche anno, nei periodi che vanno da novembre a marzo.

Questa realtà è nata 4/5 anni fa, da un’idea del  sig.Claudio, e qualche altro amico,  regolarmente concordata con il Comune di Bologna , ed esattamente con i responsabili dell’ufficio che gestisce i dormitori pubblici . I dormitori, per chi non lo sapesse, sono strutture dove poter lavarsi, dormire e in qualche occasione anche mangiare. Ho specificato “qualche occasione”  perché non sempre in ogni struttura esistono le tre possibilità insieme. Per conoscenza, nei dormitori, chi è senza fissa dimora, può usufruire di tutti i servizi presenti, ma al mattino deve lasciare la struttura e può rientrarvi solo alla sera.

In ogni caso, il gruppo di volontari, seppur inizialmente rallentati dal blocco, dovuto alla situazione di emergenza del momento, ma senza arrendersi, si è così organizzato; turnandosi nei giorni  a seconda delle proprie disponibilità,  ma con costanza,  cucinano un pasto caldo nelle rispettive parrocchie, che viene  poi preso in carico dal sig. Claudio, il quale con la sua propria macchina,  armato di mascherina e guanti, (tutto in sicurezza) consegna il prezioso carico presso i cancelli del dormitorio  di via Fantoni, una casa colonica ristrutturata;  e a distanza di sicurezza, dopo un rapido saluto, il contenitore viene prelevato da un altro volontario addetto alla distribuzione, a sua volta armato di mascherina e guanti come tutti. Da tenere presente che,  oltre alla parrocchia di Granarolo, sono coinvolte anche le parrocchie di Quarto Inferiore e Lovoleto, questo perchè a turno riescono a coprire differenti giorni, ma parliamo solo di via Fantoni.

Solitamente e in tempi normali”, mi ha confidato con un certo rammarico il sig. Claudio,  “La gestione era ben diversa, non ci si limitava alla sola consegna, ma  seguiva la cena “comunitaria”, sicuramente ben più accogliente di quanto si faccia ora. Riuscivamo a conoscere meglio gli ospiti, spesso persone sole, di differenti etnie e religioni, riuscendo anche, a creare rapporti di amicizia.”

Anche se rammaricato, il sig.Claudio è molto contento del suo gruppo, che resiste nonostante le difficoltà oggettive di questo periodo; “Basta organizzarsi” mi dice.  So per certo che è sempre lui, che si occupa di recuperare la frutta per i suoi protetti, per il dolce è riuscito a coinvolgere le “sdoure” delle parrocchie, ben felici di sfornare le torte casalinghe.

La logica del sig. Claudio è di una semplicità disarmante, lui dice: “se ognuno di noi ha a disposizione anche un’ora all’anno, noi non lo rifiutiamo, la nostra forza è la disponibilità di ognuno di noi, senza obblighi di frequenza o forzature, ognuno può donare il suo proprio tempo nella quantità in cui uno può.”

Questi sono, i nostri vicini di casa.

Testo di Mariella Sanna
Foto Wikipedia

 

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