Zona arancione: una voce dal Pronto Soccorso
Da domani, domenica 15 novembre Emilia Romagna sarà zona arancione: per contribuire a comprendere quanto sia importante il rispetto delle regole di ognuno di noi, pubblichiamo questo contributo pubblicato sui social, ringraziando Grazia Pecorelli di averci concesso di condividere:
” 30 ottobre 2020 ore 14-20 Pronto Soccorso del Sant’Orsola
Goffa, nebulizzata dietro la maschera, con un camice XXL che mi dona più di quanto si possa immaginare…
Intorno tutto appare così caotico, tutto fuori per sanificare meglio gli spazi.
Voci sorde a toni alti, per contrastare il rumore dell’aria sparata a pressione (CPAP). Un popolo resiliente che aspetta il risultato di una TAC, un posto letto, di sapere se potrà tornare a casa.
Mamme, papà (più papà che mamme) che tossiscono tutto il turno:
– Aspettiamo ancora il risultato..
Annuiscono e sorridono.
I più ti chiedono come facciamo a resistere e restano toccati dal telefono che suona continuamente, dal continuo scambio di informazioni e dall’arrivo delle barelle.
Ma aspettano pazientemente.
È tardi ma voglio “consegnare” tutto, il meglio possibile e dimettere l’ultimo paziente esigente che ha bisogno di mille risposte e ha capito già tutto e bene, ma è delizioso.
ore 20.55
Saluto e rifaccio il giro, saluto un uomo di 90 anni in formissima ma che deve restare perché ha bisogno di essere “CPAPpato” un po’, ha ancora l’ossigeno “normale”.
È nato a Udine.
– Mandi!
Mi guarda stupito e in un momento i suoi occhi si appannano (…ho sempre problemi di lacrimazione automatica).
– Ma di dove sei?
Mi parla come fossi sua nipote ma con autorevolezza.
Baro, non io ma mia madre è di Palmanova, glielo dico in lingua.
-Palmegnove
Piange, cerca la mia mano e la stringe al petto. Non ho i guanti, chissene, lacrimiamo un po’ con grandi sorrisi.
Ho chiamato sua figlia, lo saluta, sa dove andrà e dice di non preoccuparsi.
Oggi tutti i parenti al telefono si sono commossi quando li abbiano avvisati (io non reggo così…).
Sono sfinita, ultimo sguardo ai box.
Madre e figlio insieme con l’ossigeno.
Lei ha la mia età, ha gli occhi chiusi e il capo appoggiato alla poltrona, lui poco più che ventenne con lo sguardo calmo e di attesa.
Lei gli prende la mano, è un figlio speciale, lo si intende dal suo sguardo.
Sorrido e mi si stringe il cuore.
Stimbro.”
Dottoressa Grazia Pecorelli
Dal 2002 lavora presso il Policlinico S.Orsola-Malpighi presso le unità operative di Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza.
Dal 2016 Consigliera del Quartiere San Donato – San Vitale
Racconti e considerazioni per vivere questa fase con serenità: attendiamo altri contributi all’indirizzo pilastrobologna.it@gmail.com