Servizi sociali

Le cucine popolari di Bologna al tempo del covid

Le cucine popolari di Bologna sono ormai una realtà consolidata della nostra città.
Nate con l’ intento di fornire pasti gratuiti per le persone in difficoltà, cercando di fornire non solo il cibo ma
anche la consumazione del pasto in una situazione di calore e familiarità, rendendolo un momento di
piacere e socialità, da ormai più di 6 anni forniscono un importante contributo alla ristorazione dei
bolognesi in difficoltà.
Ma come hanno reagito alla pandemia? Sono rimaste aperte e funzionanti?
Ne parliamo con Gianalberto Cavazza, un volontario dell’Associazione CIVIBO, che gentilmente risponde
alle nostre domande
Redazione:”Come è andata col Covid? ”
Cavazza Gianalberto: Il problema del covid ha messo a dura prova le mense popolari di Bologna;Antoniano e Caritas nei momenti più critici della prima e seconda ondata hanno dovuto interrompere la loro attività (ora fortunatamente completamente ripresa, anzi aumentata numericamente)
Le cucine popolari sono riuscite a continuare la fornitura dei pasti anche in pandemia, rivedendo la propria
organizzazione con la fornitura di pasti da asporto – modalità tutt’ ora in funzione

Redazione”E le persone che andavano a mangiare alla Caritas o all’ Antoniano?

C.G.  Vi è stato un aumento di richiesta da parte di questi utenti che si sono riversati sulle cucine popolari.

Redazione :A quale tipo di persona si rivolge il servizio delle cucine popolari? Sono gli stessi utenti di Caritas ed Antoniano?
C.G  Decisamente no! Le cucine popolari forniscono pasti ad un altro tipo di utenza

Per accedere alle cucine popolari bisogna essere residenti nel quartiere dove vi è la mensa ed essere in
stato di bisogno. Si tratta principalmente di cittadini che , pur avendo una casa, per svariati motivi,
soprattutto economici ma non solo, fanno fatica ad arrivare alla fine del mese o a procurarsi almeno un
pasto caldo.
E’ una tipologia di utenza diversa da quella di altre mense, dove si rivolgono prevalentemente i cosiddetti
“ultimi”, persone senza fissa dimora, senza tetto o stranieri senza permessi regolari.
Redazione: Come si fa ad accedere praticamente ad una cucina popolare?
C.G: Quando una persona accede per la prima volta ad una cucina popolare le chiediamo se è del
quartiere e quali sono le condizioni di bisogno che l’ hanno condotta da noi . Compilata una scheda e fatta
questa prima semplice indagine la persona riceve il pasto/i .
Le “Cucine” operano in stretto rapporto con i Servizi Sociali territoriali ai quali viene trasmessa la scheda
dell’utente che ha richiesto il nostro intervento per le verifiche sia anagrafiche che del bisogno sociale
espresso. Talvolta la persona è già nota ai servizi sociali; in altri casi no e manifesta un disagio non noto
istituzionalmente
Le assistenti sociali verificano lo stato reale della persona e della sua famiglia e decidono se l’accesso alle
cucine popolari possa essere utile o meno, se quanto dichiarato risponde al vero o se la situazione abbia
necessità di interventi ulteriori per poter dare risposte concrete alla situazione rappresentata .

Redazione: Quante sono le cucine popolari attualmente attive a Bologna?
C.G. Le cucine popolari attualmente operative a Bologna sono 3 :
Via Battiferro-zona Corticella- fornisce 220 pasti al giorno
Via Sacco-c/o Zonarelli –quartiere San Donato-San Vitale 150 pasti al giorno
Via Berti –zona Saffi 150 pasti al giorno
Complessivamente ogni giorno a Bologna le cucine popolari forniscono circa 600 pasti al giorno dal
lunedi al venerdì.
E’ prevista la prossima apertura di una quarta cucina popolare c/o Villa Arcobaleno –Quartiere Savena
Redazione: Chi provvede a preparare tutti questi pasti?
C.G.Tutto il lavoro di cucina viene svolto gratuitamente da volontari.

Se si ha disponibilità di dare un contributo per questa organizzazione approfitto per dire che
di volontari c’è un gran bisogno.
Ringraziamo Gianalberto Cavazza per il suo contributo e speriamo di poter tornare alle cucine popolari coi
pasti serviti ai tavoli convivialmente.

intervista a cura di Ingrid Negroni; foto fornite da Cucine Popolari

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