Abitare il Pilastro

Carta Smeraldo. Perchè usarla fa bene a tutti

Perché la carta smeraldo?

Può darsi che in questi giorni, recandoci a vuotare la spazzatura, abbiamo sentito qualche commento negativo:

“Uffa, ci voleva anche questa! Una carta anche per buttare la spazzatura!”

Per questo mi sembra importante chiarire le motivazioni che hanno portato all’introduzione di questa carta smeraldo

che sono essenzialmente 2:

Il primo : ridurre la componente di  rifiuti indifferenziati ed il

conseguente aumento della raccolta differenziata

il secondo: monitorare e misurare quanto indifferenziato conferisce il singolo

                   intestatario della TARi per un periodo determinato

La quantità e qualità dei rifiuti che produciamo è uno dei  fattori determinanti  dell’inquinamento ambientale e conseguentemente del riscaldamento globale.

E’ necessario ridurre la quantità di rifiuti che ognuno produce e praticare una attenta e puntuale differenziazione dei  rifiuti, per poter favorire il riciclaggio massimo delle sue componenti

Fare la raccolta differenziata dei propri rifiuti non è un atto di sensibilità volontario individuale.

E’ un dovere di ogni persona produca rifiuti ed è previsto anche dal regolamento comunale, che pertanto è soggetto a sanzioni per gli inadempienti, come per qualsiasi infrazione.

Da qui la necessità di monitorare e capire le abitudini dei singoli utenti del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti.

Per un lungo periodo Hera studierà le nostre modalità di smaltimento rifiuti, poi si prospetta un adeguamento delle tariffe della TARI con criteri che tengano conto di quanto indifferenziato produciamo

(Ricordo che attualmente la Tari viene calcolata in base alla dimensione dell’alloggio, indipendentemente dal numero di residenti in tale alloggio e da quanti rifiuti producono)

Prima che nel quartiere San Donato-San Vitale la Carta Smeraldo è stata introdotta nei quartieri Savena-Santo Stefano e Porto –Saragozza con un incremento della raccolta differenziata dal 50% del pre carta al 70 %.

Le difficoltà di utilizzo del nuovo strumento richiede un tempo “fisiologico” di adattamento, ma dopo un po’ non crea particolari problemi.

D’altronde, qualsiasi anche piccola innovazione, anche la più salutare, porta sempre, in fase iniziale, un po’ di sconcerto.

Pensiamo a quando misero il divieto di fumo nei luoghi pubblici, o l’obbligo di casco, o banalmente l’abolizione delle borsine di plastica. A qualcuno pareva un grande sacrificio stare senza borsine di plastica.

Il benessere del nostro pianeta, che poi vuol dire il benessere nostro e dei nostri nipoti, vale almeno dei piccoli sforzi quotidiani della pratica di differenziare i rifiuti e, bisogna dirlo, produrrre meno rifiuti.

testo di Ingrid Negroni

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