Dalla parte della libertà
Purtroppo ci ha lasciati la partigiana Adelaide Romagnoli detta ” Carla” conosciuta poi da tutti come Adele, presidente della sezione ANPI Romagnoli di San Donato per tanti anni .
La vogliamo ricordare al Pilastro nelle scuole Romagnoli con i ragazzi, dove il 19 Aprile di tutti gli anni teneva la commemorazione del fratello partigiano Dino, morto tre giorni prima della liberazione nella base di via Scandellara insieme ad altri giovani partigiani.
La sua storia di resistenza al nazifascismo: Romagnoli Adelaide detta ” Carla” , da Luigi e Celestina Quarantotto; nata il 20/6/1925 a Budrio.
Nel 1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Operaia . Militò nel distaccamento di Castenaso della 7a brigata GAP Gianni Garibaldi e operò a Castenaso e Bologna con funzione di staffetta.
Addetta alla distribuzione della stampa clandestina e al trasporto delle armi per il distaccamento. Riconosciuta partigiana, con il grado di tenente, dall’ 1/1/1944 sino alla LIBERAZIONE.
Ci racconta di lei Gabriele Bertuzzi, della sezione ANPI “Casali-Romagnoli”.
“Ho conosciuto Adelaide Romagnoli (conosciuta come Adele) nel momento della riunificazione delle sez. Anpi Casali (in via della Repubblica ) e Romagnoli (in via Andreini ). Una donna che ha fatto la Resistenza, faceva parte del direttivo Provinciale dell’A.N.P.I. di Bologna, e fino al giorno della sua scomparsa ha messo tutta se stessa nelle cose in cui credeva.
Per tutti questi anni Adele è stata presente alle iniziative del 25 aprile, e più esattamente il 19 aprile, giorno della commemorazione alle scuole Romagnoli, intitolate alla memoria del fratello Dino, caduto giovanissimo nella Via Scandellara insieme ad altri giovani partigiani.
Sempre attorniata dai ragazzi che la conoscevano per nome, Adele amava raccontare quel periodo storico e si commuoveva sempre, non riusciva mai a finire il discorso senza piangere. Forse l’amore per i bambini gli era nato dall’avere ospitato dopo la liberazione dei bambini da Napoli che erano in sofferenza. Li ricordava ogni volta.
Poi anche se un pò scossa dalla commemorazione del fratello, proseguiva sempre fino alla fine della mattinata a fare quello che diceva essere un suo dovere, la caricavo in macchina e andavamo con i vigili a deporre le altre corone nei cippi partigiani del quartiere.
Non si è mai sposata ed abitava in Via Magazzari. Parlava spesso del quartiere e dei suoi ricordi. Del padre che era un carabiniere ma che non si era mai opposto alla sua attività per la resistenza. Di come era il quartiere San Donato e di come si era trasformato. Ricordo che con un pò di amarezza diceva:
“…Quando combattevo combattevo perché tutti potessero accedere all’istruzione, io purtroppo ho fatto la voglia di studiare non avendone la possibilità. Subito dopo la guerra, nel nostro quartiere c’era un rapporto umano che adesso non c’è più. La delusione l’ho adesso che vedo disinteresse e sempre meno voglia di fare incontri e di parlare…”
Ci mancherà, con il tempo rimangono solo i ricordi più belli dei momenti vissuti insieme, non la dimenticheremo.
a cura di Susi Realti
foto Istituto Parri