Mostra fotografica “Dusk” di Alessandro Fusella

Lunedì 14 novembre 2022 alle 18 inaugura alla Casa Gialla della Biblioteca Spina la mostra fotografica Dusk di Alessandro Fusella.

La mostra raccoglie una serie di polaroid che immortalano il cielo al crepuscolo e che sono state scattate durante il lockdown dal 14° piano di una delle torri di via Casini. 

Abbiamo incontrato l’autore di questi scatti, Alessandro Fusella, per chiedergli com’è nata questa idea e cosa devono aspettarsi i visitatori della mostra.

 

Alessandro, da quanto abiti al Pilastro?

Abito al Pilastro dal 2018, in una delle torri di via Casini.

Qual è stato il primo impatto con il quartiere?

Traumatico, quando venni a vedere l’appartamento, con mio padre, era un giorno grigio e l’idea di andare a vivere in uno degli ultimi piani, così vicino al cielo, mi lasciava perplesso. Poi invece il Pilastro si è rivelato un quartiere fantastico, pieno di servizi e di verde. Di solito vado a correre al parco Arboreto, dove ci sono attrezzi fantastici per tenersi in forma e dove vedo molte persone fare ginnastica. 

Parlando della mostra fotografica, l’idea di catturare i tramonti del Pilastro dall’alto del tuo appartamento ti è venuta durante il lockdown. Raccontaci com’è nata questa serie di scatti.

Non potendo andare a correre nei parchi, l’unica passione che potevo coltivare anche in casa era quella della fotografia che ho fin dai tempi delle scuole medie.

I fotografi riescono a fotografare ovunque, anche nelle zone di guerra. Molti reporter di guerra, col coprifuoco, andavano a fotografare sui tetti. Essere agli ultimi piani si è rivelata una fortuna per avere una visione aerea, un cambio di prospettiva.

In quei giorni non c’era smog, erano giornate tenui, così ho cominciato a fare queste foto tutti i giorni più o meno verso le 20.30, all’ora del tramonto. 

Perché hai scelto proprio questo momento della giornata?

Perché è il momento del giorno in cui ci sono più sfumature, dal rosso al blu, sfumature che ovviamente non puoi trovare alle due del pomeriggio. Anche i fotografi in erba sono appassionati soprattutto di albe e di tramonti. Sono i momenti clou per i fotografi, perché le ombre si allungano e le sfumature sono di più, anche in cielo, cosa che ho scoperto grazie al lockdown e grazie al Pilastro.

 

Quando hai cominciato a scattare queste polaroid a chi le hai mostrate?

Le ho messe subito su Instagram e ho avuto un buon riscontro. In particolare da un fotografo americano, David LaChapelle. Lui è un pilastro della fotografia contemporanea di moda, la sua opera si studia durante i corsi di fotografia. Anche a Bologna ci sono state sue mostre. Ricevere da lui due commenti positivi è stata veramente una grande soddisfazione. Anche una galleria d’arte inglese mi ha contattato. Insomma, ho avuto un bel feedback su Instagram.

 

Da dove viene il titolo della mostra “Dusk”?

“Dusk” in inglese significa “crepuscolo”. Ricorda il titolo del film di Quentin Tarantino From dusk till dawn (Dal tramonto all’alba) e poi “dusk” è una parola inglese poco usata, in genere si usa “sunset”, “tramonto”. Così mi sono detto: cambiamo un po’. 

 

Quando riguardi queste foto, che emozioni ti suscitano: positive o negative?

A me creano un senso tranquillità, perché sono foto tenui, a parte qualche nuvola che dà comunque un po’ di prospettiva, creando zone di luce e ombra.

Una volta a New York vidi delle albe disegnate da Andy Warhol che mi piacquero molto, proprio per le loro sfumature tenui, che si ritrovano in queste fotografie.

Quindi quando le riguardo ho una sensazione di pace. Ripensando a quel periodo, non vedevo quasi l’ora che arrivassero le 20.30 per scattare la foto del giorno e condividerla, perché significava condividere un frammento di serenità in un momento tragico per tutto il mondo.

 

Per informazioni sulla mostra fotografica Dusk, vai alla pagina istituzionale dell’evento.

 

Intervista di Ilaria Bortolotti

Fotografie di Alessandro Fusella