Giornata HIV, test gratuiti in Piazza
HIV, AIDS.
Fa paura solo a dirli, questi nomi.
Così, per stare più sereni, non li diciamo proprio, non la consideriamo, facciamo come se non esistesse, abbiamo “allentato”su tutto, l’informazione, l’utilizzo delle misure preventive e di prudenza, il ricorso ai test periodici se abbiamo anche solo un vago dubbio di avere avuto qualche contatto rischioso.Una rimozione individuale e collettiva che pesa molto
Oggi è il giorno dedicato all’HIV, proprio perchè bisogna parlarne.
Quante sono le persone affette da Hiv nel mondo?
38milioni e mezzo. Di questi 1,7 milioni sono minori di 15 anni. Più del 50% sono donne.
E in Italia come siamo messi?
“La sorveglianza dell’AIDS, riporta i dati delle persone con una nuova diagnosi di AIDS. Dall’inizio dell’epidemia, nel 1982, a oggi sono stati segnalati 72.034 casi di AIDS, di cui oltre 46 mila deceduti fino al 2019.Nel 2021 sono stati diagnosticati 382 nuovi casi di AIDS L’incidenza di AIDS è in costante diminuzione.
L’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, ha riferito i dati sui contagi in Emilia Romagna. In particolare, in linea tendenziale continuano a diminuire nella nostra regione le persone che contraggono l’infezione da Hiv: negli ultimi 16 anni il trend è costantemente in calo sia per gli uomini che per le donne, con le nuove diagnosi che si sono più che dimezzate, passando da 368 del 2006 a 175 del 2021. L’incidenza, quindi, si attesta a 3,9 casi ogni 100mila abitanti e si mantiene più alta nel sesso maschile (6,4 rispetto a 1,5 del sesso femminile).
«In realtà rispetto all’anno scorso l’aumento è visibile con decine di diagnosi in più», mette in guardia Mattioli,di Plus/Blq Checkpoint, associazione in prima linea nella lotta all’Aids , e ricorda che non bisogna mai abbassare la guardia.(NDR Bisogna, secondo alcuni epidemiologi, considerare il fattore sottostima da mancate diagnosi per concomitante epidemia covid)
Ma il dato che preoccupa di più è quello delle diagnosi tardive, cioè di coloro che scoprono di aver contratto il virus molto tempo dopo dall’infezione, quando è già diventata o sta per diventare Aids, che si attesta al 57%. «Questo lascia pensare che vi sia un sommerso di persone che hanno contratto l’infezione e ancora non lo sanno molto importante – osserva il responsabile di Plus – ed è lì che bisogna agire, con l’implementazione dei test sierologici e azioni di prevenzione più consistenti».
Cosa si può e si deve fare per combattere l’HIV e le conseguenze, personali e sociali di questa malattia .
Per prima cosa
Informazione -informiamoci, senza tabù e senza stigmatizzazioni ma con correttezza .I social sono spesso inadeguati all’informazione
Parliamone, dovunque si può se ne parli. Correttamente.AI giovani e ai meno giovani, nelle scuole e nei consultori, negli studi medici e nelle famiglie. Pensiamoci! se abbiamo dei figli, il fatto di informarli di questi rischi è doveroso
Prevenzione. Nella maggior parte dei casi i contagi da HIV avvengono attraverso i rapporti sessuali, etero od omosessuali. Proteggiamoci e proteggiamo il nostro partner con il profilattico qualora non siamo sicuri.
Diagnosi precoce. Il test Hiv si può fare gratuitamente e senza problemi. Sono garantite le forme della privacy .
Curarsi attualmente sono fortunatamente disponibili delle cure che permettono alle persone affette da Hiv di avere una speranza di vita equiparata alla media delle persone non affette, e di abbassare notevolmente la carica virale, quindi anche la contagiosità.
Sono cure efficaci se assunte con continuità e regolarità. La loro efficacia è maggiore quanto più precoce la diagnosi.
Combattere lo stigma. Sembra strano ma, a quaranta anni dalla scoperta di questo virus, era il 1982, quello dello stigma negativo è ancora un problema che in molti casi complica e appesantisce ulteriormente la condizione delle persone malate. Le persone sieropositive sono talvolta soggette a discriminazioni che non hanno la minima aderenza con la scienza e la patologia ma si rifanno piuttosto all’ ignoranza ed a paure ingiustificate.
Bologna si impegnerà su questo fronte; oggi ” il sindaco Matteo Lepore firma la Dichiarazione di Parigi, un protocollo che impegna il Comune di Bologna a lottare contro lo stigma che vivono le persone sieropositive e per arrivare all’azzeramento delle nuove infezioni da Hiv e le morti connesse all’Aids.”
«È una grossa assunzione di responsabilità – commenta Sandro Mattioli – Credo che Bologna abbia tutte le carte in regola per raggiungere gli obiettivi, perché già facciamo tante cose».
testo e foto Ingrid Negroni