Abitare il Pilastro

A BOLOGNA ARRIVA L’ALBO PER EDIFICI DISMESSI E ABBANDONATI

Un albo nel quale inserire i dati di tutte le aree dismesse ed abbandonate, potenzialmente oggetto di riqualificazione o rigenerazione. E’ l’obiettivo che si è dato il Comune, che con un atto di Giunta il 09 febbraio ha mosso i primi passi verso la mappatura degli immobili resi disponibili per la rigenerazione urbana.Sempre nello stesso ambito, è stato approvato anche un bando, di prossima pubblicazione, che consente ai privati di segnalare eventuali immobili dismessi da destinare a usi temporanei. I proprietari potranno segnalare:

  • Edifici dismessi, in disuso e in stato di abbandono, in quanto sottoutilizzati e/o non più funzionali all’attività legittimamente insediata
  • Edifici in via di dismissione
  • Edifici di nuova costruzione/ristrutturazione non venduti/locati
  • Aree libere

La segnalazione non comporta né impegni né vincoli per le parti interessate. L’Amministrazione si impegna a favorire l’incontro tra l’offerta di luoghi e la domanda della società civile. L’eventuale attivazione dell’uso temporaneo dovrà essere preceduta dalla sottoscrizione di una convenzione tra proprietari, utilizzatori e Comune. L’avviso rimane pubblicato sul sito istituzionale dell’Amministrazione in maniera permanente, sarà quindi sempre possibile l’inserimento di nuovi immobili.

L’istituzione dell’albo proseguirà il suo iter in Consiglio comunale, che provvederà all’individuazione degli immobili di proprietà comunale destinati al riuso. Il Settore Patrimonio predisporrà annualmente un rapporto con indicazioni e indirizzi per l’uso di queste strutture, sulla base delle attività di analisi e monitoraggio realizzate dall’Osservatorio sulla rigenerazione urbana e di concerto con l’Ufficio di Piano.

Contemporaneamente è stato sottoscritto un patto di collaborazione con l’associazione Planimetrie Culturali per realizzare un Atlante degli immobili dismessi, pubblici e privati, presenti in città. Una volta conclusa la mappatura sarà disponibile per la consultazione sul sito del Comune.

Ne parliamo con Werther Albertazzi e  Piergiorgio Rocchi, attivatori  territoriali dell’associazione in questione:

 

1 ) Lei appartiene ad un’ associazione PLAQ PLANIMETRIE CULTURALI, ci parli di quest’ associazione in poche battute .

Planimetrie Culturali (PlaQ) è nata nel 2007 dopo il primo progetto di riuso urbano nell’ ex Macello Comunale nel 2004/2005. In questa occasione abbiamo elaborato le Bonifiche Culturali, prototipale nel 2009 all’ex Scalo San Donato nel quartiere Pilastro di Bologna, progetti di “riuso temporaneo” di aree dismesse e abbandonate.

Tramite accordi diretti con i proprietari ci impegnamo nella custodia e della manutenzione gratuita degli spazi soggetti alla Bonifica  a fronte di un uso gratuito indirizzato ad attività sociali e culturali. Progetti in collaborazione con la cittadinanza, singoli, gruppi, comitati e associazioni,  restituendo l’immobile al momento in cui lo stesso trova un’altra nuova destinazione d’uso. Siamo dei nomadi, non ci interessa il possesso ma l’uso civico delle aree innescando così politiche di decoro urbano e sviluppo sociale. Siamo stati al tavolo del Piano Strategico Metropolitano di Bologna e ci siamo confrontati con i tecnici Regionali in occasione della nuova legge Urbanistica 24/2017, in queste occasioni è stato riconosciuto l’uso temporaneo come azione di rigenerazione urbana. Dopo numerosi progetti ci siamo definiti “Attivatori Territoriali” studiando e divulgando questa nuova figura professionale portandola ai tavoli di lavoro Comunale, Regionale e Nazionale. Abbiamo avuto incarichi in diverse città e dalla Regione Emilia Romagna per la realizzazione di processi partecipativi rivolti al riuso di spazi dormienti. Collaboriamo con l’Ordine degli Architetti e degli Ingegneri, Enti di Formazione, Università e Politecnici  rimanendo sempre disponibili per gruppi di cittadini che siano interessati a spazi da rigenerare o a sviluppare tecniche di coinvolgimento civico nella rigenerazione urbana.

2 ) Avete ricevuto l’incarico dal Comune di Bologna  per mappare tutti gli edifici abbandonati , è  così?

Non esattamente, nessun incarico. Noi negli anni abbiamo mappato edifici e aree in disuso in modo autonomo e realizzato una Mappa dei Vuoti gratuita online ( link: urly.it/3t2kh ) con oltre 86.000 visualizzazioni. Poi ci siamo chiesti se questo lavoro potesse essere utile alla città e allora abbiamo proposto un “patto di collaborazione” al Comune che lo ha accettato senza però riconoscimenti economici. Gestiremo la manutenzione e la cura del nostro censimento (738 episodi ad oggi), insieme alle strutture tecniche del Comune, implementando per quanto possibile l’aspetto ‘collaborativo’ di questo tipo di  mapping.

3) per chi volesse segnalarvi un edificio abbandonato  cosa bisogna  fare da cittadino?

Presto sarà possibile farlo da un apposito sito web (Webgis), dove i cittadini potranno segnalare i casi di vuoti urbani e anche contribuire ad aggiornare i casi già censiti, nel caso che siano intervenute operazioni di demolizione o riqualificazione edilizia o nuova costruzione. Al momento si puo’  scrivere a planimetrieculturali@gmail.com segnalando indirizzo civico e allegando un’immagine se possibile, faremo una verifica e lo inseriremo nella mappatura.

 

4)  Secondo quali criteri di selezione e modalità di svolgimento farete questo lavoro?

Sono in fase di progettazione nuove modalità di censimento e segnalazione dei casi per favorire la partecipazione dei cittadini. Nel nostro lavoro di rilevamento, trasportato in ambiente GIS, ogni episodio aveva ed ha una scheda informativa, nella quale oltre a dati di varia natura c’è un parte nella quale si prova a capire l’attitudine dello stesso a fini di riuso temporaneo a fini sociali.

 

5)   Nei progetti del Comune  che intenzioni ha ?  Rimetterli in uso, venderli, donarli o cosa?

Intanto va detto che il lavoro riguarda sia casi pubblici che casi privati. Donarli non credo proprio….Venderli neanche – c’è un apposito strumento per questo che è il piano di alienazione. Pensiamo che l’intenzione sia quella di individuare, insieme ad altri strumenti, tra l’altro previsti dalla LR n.24 del 2017, un ‘parco’ di situazioni private e pubbliche dove noi speriamo si possano innescare operazioni di rigenerazione urbana, senza le storture dei tanti casi spacciati fino ad oggi per rigenerazione e che è possibile vedere in città. La mappatura è lo strumento di conoscenza dello stato dell’arte della città tramite il quale è possibile individuare e predisporre strategia di pianificazione urbana.

 

6) vi siete dati delle scadenze precise per svolgere quest’ iniziativa?

Il Patto di collaborazione ha la durata di un anno, ed è rinnovabile. Vedremo se alla fine della fase sperimentale saremo entrambi soddisfatti dei risultati. Il nostro censimento è una buona e solida base di partenza che lo ripetiamo va messa a punto e sviluppato sul piano metodologico in particolare per il coinvolgimento dei cittadini. Nel progetto Crateri, con incarico  dal Settore Patrimonio Culturale della Regione, sviluppato nelle zone ferite dal terremoto del 2012, abbiamo constatato che la mappatura partecipata può essere uno strumento di dialogo tra cittadinanza e governanti ammortizzando conflitti  generando collaborazioni e coinvolgimento civico nelle politiche di sviluppo della città. Comunque vada, noi non ci fermeremo.

scritto da Federico Miceli

foto  rilasciate dall’intervistato

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