I segreti di Loriano Macchiavelli

Una sessantina d’anni di carriera, una produzione “fluviale”, un personaggio, Sarti Antonio, protagonista di decine di libri, la collaborazione con Francesco Guccini: Loriano Macchiavelli, ospite della Casa di Quartiere  Cà Solare  alla seconda  delle quattro “A cena con l’autore” organizzate nella grande casa di via Pilastro 5, ha intrattenuto gli ospiti raccontando la storia nella storia, quella di una piccola serie di libri da lui scritti negli anni ‘90. I tre romanzi non sono frutto della pura e semplice fantasia del giallista, a differenza dei vari Sarti Antonio, bensì la trascrizione romanzata di tre eventi reali, trasformati in noir: la strage di Bologna del 1980, quella di Ustica e quella di Portella della ginestra.

La differenza tra giallo e noir è sostanziale – ha avvertito Machiavelli – perché il noir non dà soluzioni, non fa tirare un sospiro di sollievo al lettore quando finalmente il colpevole viene scoperto e consegnato alla giustizia. Nel noir restano dubbi sui colpevoli e soprattutto sulla “giustizia”.

Per Funerale dopo Ustica, e per Strage, Macchiavelli ha dovuto assumere uno pseudonimo, per motivi di sicurezza: ancora troppi gli interrogativi, ancora, in qualche modo, aperto il caso. L’editore, Rizzoli, scelse un nome francese, Jules Quicher, affibbiandogli una biografia assurda e lontanissima dalla realtà. Anche se, purtroppo, non bastò: uno dei protagonisti veri si riconobbe in uno dei personaggi e si aprì un periodo difficilissimo per l’autore, tra processi e minacce. Sembra facile parlare di delitti e di assassini…    se appena appena si esce dal mondo immaginario, la dura realtà è dietro l’angolo.

Tra domande del pubblico e complimenti per la splendida forma dell’ottantanovenne autore, la serata si è conclusa con buon cibo e buon vino, come si conviene per risollevarsi da trame e sangue.

I prossimi appuntamenti sono il 27 aprile con Zap e Ida e il 9 maggio con Franz Campi.

Testo della giornalista Patrizia Romagnoli 

Video di Francesco Sorrentino