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Mercatino Creativo d’Autunno – 4 novembre

Le giornate iniziano ad accorciarsi e l’aria si fa più fresca. Le foglie si colorano di rosso e d’arancio. L’autunno, che si era fatto tanto attendere, è arrivato anche sui banchi del mercatino del Pilastro, dove stamattina sono venuta a passeggiare. Sui banchi fanno bella mostra oggetti che rappresentano la creatività in infinite forme e colori: orecchini e collane, oggetti di stoffa, lana, legno, carta, cartapesta per citarne alcune. Piccole opere d’arte povera, capaci di parlare la lingua del cuore.

Mi fermo nel banchetto di Claudia che è il secondo che incontro. Entriamo immediatamente in empatia e le chiedo di raccontarmi di lei. La sua è una storia di rinascita «Scoprirsi creativi a questa età è stato un regalo che la vita mi ha fatto. Un dono che mi ha spalancato la mente e il cuore. Con tanto entusiasmo ho frequentato corsi di formazione riscoprendo quella curiosità e quella voglia di sperimentare tipica dei fanciulli. Una volta acquisiti gli strumenti per lavorare, ho iniziato a creare oggetti. Grazie al supporto di mia madre e di mio marito ho portato a casa il mio sogno e ogni volta rimango stupita da ciò che riesco a realizzare. Non è mai troppo tardi per ricominciare, io ci sono riuscita!».

Il mondo dei lavori creativi  è vasto e vario, ma è soprattutto femminile. Per predisposizione, per fantasia o per semplice sensibilità verso i lavori manuali. L’idea di realizzare il progetto di questo gruppo, nasce anche da un uomo con un nome francese bellissimo Fabien e dalle sue amiche Barbara e Cinzia. Mi avvicino curiosa per capire cosa inventa con la sua resina epossidica: «È un materiale versatile che offre infinite possibilità» mi dice Fabien «si possono realizzare oggetti artistici di indiscutibile bellezza come gioielli, calamite, sottobicchieri e segnalibri, ma anche vassoi, ciotole, statuine decorative e portacandele. Io vengo però attratta da una scacchiera che mi riporta ai giorni della mia infanzia quando, il mio babbo, mi insegnava a giocare a scacchi:
– Mi insegni babbo? –
– Il cavallo si muove a elle, l’alfiere in diagonale, la torre in verticale e orizzontale. E i pedoni una mossa avanti e una di lato. –
– E la regina? babbo? –
– La regina è il pezzo più letale. Lei si muove in qualsiasi direzione e il povero re, il più indifeso, ha un solo passo alla volta, per scappare. –
Esco dai miei sogni e chiedo a Fabien una foto, che mi concede con un sorriso.

Il banchetto di Fiorenza con le sue sculture tridimensionali su libri riciclati mi chiama. Sono curiosa di conoscerla e di capire come si arriva a questa meravigliosa arte del riciclo. Lorenza mi spiega che piega e taglia attentamente ogni singola pagina, seguendo uno schema  preciso, con   straordinaria precisione e una pazienza sorprendente. Così da regalare nuova vita a libri usati o dimenticati in soffitta. Le sue sono opere di carta, di pagine e di parole. Ha iniziato quasi per gioco ma ora è diventato anche un piccolo lavoro, utile per arrotondare e contribuire all’economia della famiglia, che non fa mai male. L’arte di riciclare è diventata per molti uno stile di vita. E se a essere riciclati sono i libri, patrimonio di valore inestimabile, l’idea diventa vincente. Lorenza non vuole essere fotografata e noi la rispettiamo.

Queste tre esperienze, sono un esempio di come a volte basta niente per reinventarsi un lavoro e riuscire a sopravvivere. In una società dove trovare un’occupazione è sempre più difficile.

E anche per oggi la mia visita al mercato è finita. Tornate a trovarli sabato 4 novembre, vi aspettano.

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Testo e foto di Licia Deligia

 

 

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