I racconti di Licia
La Romantica
È una notte solitaria e serena. I grilli cantano la loro nenia e la luna piena rischiara il buio e calma la paura.
L’ombra furtiva si allunga sui contorni dei palazzi che hanno già spento tutte le loro luci. Un vecchio cappotto di lana blu con un berretto calato sulla testa, cammina con disinvolta cautela intorno a una catasta di rifiuti abbandonati con le loro tristi speranze di un futuro migliore. Silenziose scarpe da tennis calpestano foglie secche e aggirano cartacce sparse qua e là sul marciapiede. Per poi fermarsi, tra l’immondizia, alla ricerca di inaspettati tesori.
Mentre un giovane gatto vaga irrequieto nella notte miagolando alla luna, mani arrossate e screpolate frugano stando attente a non oltraggiare oltre le cose ammassate lì intorno. Curiose spostano cartoni e ispezionano vecchie valige ricolme di cose vecchie: un logoro maglione, un calzino bucato, un bambolotto senza un braccio, un bavaglino sporco di marmellata, una borsetta da signora. Infreddolite raccolgono un paio di guanti colorati che gli regaleranno un poco di calore.
Giornali, quaderni e libri accatastati si lasciano docilmente aprire su casuali pagine. Due magnetici occhi blu si soffermano su alcuni passaggi che, l’ignaro proprietario, ha voluto sottolineare. Non riescono a fare a meno di leggere alcune frasi e, mentre pensano a quanto è infinito il mondo e il suo mistero, infilano nella tasca interna del cappotto una vecchia edizione di Gente di Dublino. Avranno tempo per ricordare in quale polverosa stanza l’hanno letto la prima volta!
La figura spigolosa dell’anima solitaria e vagabonda rigira delicatamente un vecchio materasso. Si sofferma sbalordita nell’intravedere una sagoma sdraiata sul fondo. Si lascia sfuggire un’esclamazione di sorpresa mentre inala un acre odore di muffa e di urina. Si allunga e l’attira a sé sollevandola con dolcezza, affascinato da quel corpo dalle curve armoniche e dalla vita scavata. Accarezza quelle rotondità e si mette a piangere. È una vecchia chitarra di abete del periodo romantico, così diversa dalla sua Fender, ma moooolto più affascinante!
L’avvolge con il suo braccio destro, mentre gli prende la fretta di ricordare. Gira in fretta le chiavi per accordarla e inizia il suo adagio. Le dita irrigidite ritrovano l’antico arpeggio e si abbandonano alla dolcezza di quelle corde di budello, da cui escono note intime che rendono accordi di un’epoca lontana.
Le loro pance vibrano in risonanza, mentre il respiro delle loro anime si dilata. Il gatto miagolando, lo accompagna. La luna commossa, ringrazia.
Testo e foto di Deligia Licia