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Il Tango ai tempi della pandemia

“E’ stato un anno ricco di soddisfazioni per i corsi di tango”. Iniziava così, qualche anno fa, un nostro articolo che raccontava la soddisfazione di Antonello Rocchetta, infaticabile animatore e maestro del Gruppo Tango del Circolo La Fattoria per la vittoria dei giovani maestri al Preliminar de Tango Buenos Aires Mundial de Baile 2017 di Brindisi, per la categoria “ Tango Escenario”.

Ma oggi, il ballo della seduzione dalle profonde radici culturali non muove più un passo da un anno.
E’ dal marzo 2020 che a causa della pandemia il salone del Tango della Fattoria ha spento le luci. Ne parliamo nuovamente con Antonello Rocchetta per farci raccontare questi mesi di pausa.
“Questa pausa, ci dice, ci ha fatto riflettere sulla nostra esperienza di quasi 25 anni nella comunità del Tango”.
Tanti i ricordi di una esperienza che dal Pilastro ha visto muovere i primi passi a livello nazionale, del Tango in Italia. Ci stupiamo anche noi, ma è proprio così: la nostra scuola di tango e una delle più anziane d’Italia ed ha la serata di ballo piu’ longeva.
Abbiamo vissuto tanti momenti emozionanti come il riconoscimento UNESCO, il tango «personifica sia la diversità culturale, sia il dialogo. Rappresenta l’essenza di una comunità e pertanto merita di essere salvaguardato».
I numerosi stages di maestri internazionali fra cui Graciela Gonzales, un’argentina oggi ai vertici mondiali in questa disciplina, e Erica Boaglio e Adrian Aragon, Laura Melo e Ricardo Barrios e tanti altri, tutti di livello internazionale e infine Leonardo Cuello che è anche coreografo e apre tutt’un altro capitolo quello del tango che può essere anche coreografia, può essere spettacolo.
Ricordo poi con emozione la serata in cui, la grande Lina Sastri, a Bologna per interpretare “Filumena Marturano”, chiama il Circolo La Fattoria per prenotare una serata al venerdì del tango. Fu una bellissima serata e la Sastri si rivelò anche una tanguera esperta e ci regalò una serata emozionante. Tanti altri personaggi dello spettacolo e della cultura hanno visitato il Circolo per il tango, citiamo per esempio Susy Blady, Francesco Guccini, Giorgio Comaschi, Biagio Antonacci.
I venerdì, le serate di tango, hanno visto come ospiti quasi tutti i grandi maestri di tango del mondo”.

“Quando la pausa sanitaria finirà, vorremmo ricominciare per tramandare intatta la tradizione così come l’abbiamo appresa da grandi maestri argentini con cui siamo entrati in contatto”. Come ci ricorda Marina Gatti, compagna di vita e di tango di Rocchetta. Marina ricorda come ha appreso dal Maestro Ernesto Carmona con il quale ha iniziato la sua formazione, ed ha poi insegnato con il maestro Patricio Lolli la centralità degli aspetti profondi, emotivi e culturali come perno centrale di questa meravigliosa danza, evitando di esaltare l’aspetto ginnico della performance rispetto a quello interiore, con tutto ciò che il tango può trasmetterci sotto il profilo emotivo.
La peculiarità del tango argentino consiste nel fatto che le figure di danza che i due ballerini intrecciano fra loro, ispirate dalla musica, vengono improvvisate sul momento, e dalla comunicazione che si stabilisce fra i danzatori che scaturirà in un ballo più o meno riuscito, più o meno ricco e intenso non solo dal punto di vista estetico, ma soprattutto emozionale.
“Vogliamo continuare a tramandare l’insegnamento puntando su alcuni aspetti culturali che mi piace definire intimi della tradizione argentina, che stanno rischiando di andare perduti. Noi mettiamo a disposizione dei nostri allievi istruttori molto esperti e come è noto l’affinamento della tecnica di questo ballo non conosce fine”.

Infine Marina e Antonello ci confermano che una nuova generazione di maestri continuerà a diffondere l’arte del tango argentino alla Fattoria. Interesse per il tango confermato anche dai social: una esibizione di nostri giovani maestri nel salone del Circolo ha raggiunto  3,5 milioni di visualizzazioni in un notissimo social.
Interesse e passione dei tangueri che pazientemente aspettano la fine di questo terribile periodo, per tornare ad abbracciarsi nelle voluttuose figure del tango argentino.

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