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Cittadinanza onoraria a tutti i bambini nati a Bologna

In Consiglio Comunale di Bologna il  21 febbraio 2022 è stato approvato  l’ ordine del giorno che impegna  il Consiglio comunale a “introdurre nello Statuto del Comune di Bologna il riferimento al principio dello “ius soli” e a conferire la Cittadinanza onoraria del Comune di Bologna ai minori nati in Italia da genitori stranieri regolarmente soggiornanti a Bologna o nati all’estero ma che hanno completato almeno un ciclo scolastico o di formazione italiano”.

Ne parliamo con Siid Negash,  attualmente consigliere comunale del gruppo “Matteo Lepore Sindaco”. La redazione del blog conosce  bene Siid; negli scorsi anni ha molto lavorato nel nostro territorio  come educatore e conosce personalmente tanti dei ragazzi che vi abitano.

Redazione: Da dove è nato il progetto della cittadinanza onoraria per i bambini stranieri di Bologna?
Siid Negash: L’approvazione di una legge italiana sullo ius soli è un argomento  su cui si lavora già da almeno 15 anni.
Nel 2017 con il  Governo Renzi sembrava fossimo a buon punto, la proposta di legge  era arrivata fino al senato ma poi è  stata annullata. E’ un argomento prioritario, riguarda quasi un milione di ragazzi e ragazze, che sono tanti.
Già in campagna elettorale Lepore si era impegnato a mettere lo ius soli nello Statuto del Comune di Bologna.
E conseguentemente come primo atto politico dopo il bilancio comunale siamo arrivati a questo importante odg.”

Cosa dice precisamente questo ordine del giorno?
Siid: Ha diverse punti  interessanti:
– invita il Comune ad inserire nello Statuto Comunale un riferimento allo ius soli;
– stabilisce che sia assegnata una cittadinanza onoraria a tutti i bambini nati o cresciute a Bologna e che abbiano concluso un ciclo di studi a Bologna;
– impegna ad istituire giornate apposite  di cerimonie per i bambini a cui verrà riconosciuta la cittadinanza onoraria. Cerimonie istituzionali, aperte, col coinvolgimento della scuola e della comunità.

Quale sarà questa giornata?
Siid: Sarà il 20 novembre, la Giornata nazionale dei diritti dell’ Infanzia e dell’adolescenza.
Ma c’è di più: sono state decise 4 giornate ogni  anno, nelle quali chi ottiene la cittadinanza italiana, adulti e  neomaggiorenni, presti il giuramento sulla Costituzione Italiana nel corso di una cerimonia pubblica alla presenza delle autorità aperta a tutti coloro che vorranno partecipare.
Diventare cittadini italiani, giurare sulla Costituzione non sarà più una  pratica burocratica all’interno di un ufficio anagrafe ma evento civico con un valore simbolico molto più elevato.
Inoltre viene richiesto al Comune di istituire dei veri e propri “corsi di formazione” per gli stranieri che diventano maggiorenni: per chi avrà diritto a fare domanda di cittadinanza sul come e quando fare la domanda (a 18 anni, entro il 19esimo anno, dimostrando una residenzialità continuativa in Italia NdR) ma anche per quelli che non la ottengono, coloro per esempio che non sono nati in Italia: bisogna preparali per il lavoro e la loro vita futura da stranieri.

Ci stai dicendo che oltre il 19esimo anno  un bambino nato e vissuto in Italia o che abbia delle interruzioni nella propria residenza in Italia  non può più fare domanda di cittadinanza italiana?
Siid: Esattamente! Non lo dico io, lo prescrive la legge!
Molti minori al compimento del 18esimo anno non sono informati di ciò, anche al Pilastro!
Inoltre non è sempre semplice dimostrare di essere stati sempre in Italia; per i rifugiati, per esempio, che riescono ad avere il riconoscimento del loro status solo dopo alcuni anni. Durante questi anni  risultano non residenti e ciò può costituire un impedimento al riconoscimento.
In questo senso il Comune di Bologna fa molto già da diversi anni: per esempio invia una lettera a questi ragazzi  6 mesi prima del compimento dei 18 anni per informarli.

Oltre questo importante cambiamento civico, cos’altro avete previsto?
Siid: C’è il progetto più complessivo di costituire una rete di Comuni per rimettere nell’agenda nazionale il tema della riforma vera e propria della cittadinanza.
I tempi sono maturi e lo dimostra il fatto che dopo la seduta del Consiglio Comunale di Bologna (che è stata diffusa sui Tg nazionali, NdR) sono stato contattato da tanti consiglieri di varie città d’Italia, da Enna, da Cagliari e Torinoper citarne alcuni, che vorrebbero fare la stessa cosa nei loro Comuni.
In Emilia Romagna il conferimento della cittadinanza onoraria ai bambini stranieri nati nel Comune è già attiva da diversi anni a Modena e Reggio Emilia, per quanto ne sappiamo. Quello che abbiamo fatto di più a Bologna è stato l’introduzione di questo nello Statuto comunale, che è una cosa molto importante.

Come ha reagito l’opposizione nel Consiglio Comunale?
Siid: L’opposizione ha  presentato più di 100 emendamenti, ha cercato di fare ostruzionismo. Alla fine, discussi tutti i vari emendamenti, è comunque passato a larga maggioranza con 25 voti favorevoli e 11 contrari.

Quali sono le ragioni dell’opposizione?
Siid: Obiettano che questo riconoscimento è solo formale e simbolico e che le questioni inerenti la cittadinanza devono essere di competenza nazionale, non civica.
E’ vero, è un riconoscimento simbolico ma il simbolico ha molto potere ed è proprio questo che spaventa qualcuno
Pensate a un bambino come tanti nato e vissuto a Bologna che, da straniero, si ritrova pubblicamente riconosciuto cittadino onorario della città dove vive!
E’ un bel cambiamento identitario.

Grazie Siid, cercheremo di informare i ragazzi del Pilastro

Intervista di Ingrid Negroni
Foto di Lino Bertone

 

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