Storia del Pilastro

Adele Romagnoli

Quando seppi della morte di Adele Romagnoli ero in ospedale.

Grazie a Susi abbiamo raccolto le informazioni su di lei, ma per una donna che per tutta la vita aveva lottato per la libertà, mi venne voglia di saperne di più. Ho chiesto a chi aveva lavorato con lei ed ora, grazie a Oscar possiamo arricchirne il ricordo. Voglio aggiungere alle belle parole di Oscar anche il mio pensiero.

Tanti anni fa incontrai Adele. Eravamo compagne di Partito, e, in anni in cui i giovani fascisti come Gianfranco Fini, attaccavano le manifestazioni del movimento studentesco, le iniziative del 25 aprile erano particolarmente emozionanti e partecipate.
La tenente partigiana Carla sapeva fare interventi coinvolgenti ed emozionanti, senza mai innescare odio per chi le aveva ucciso il fratello, ma sempre sottolineando di aver combatutto per la libertà e la democrazia per tutti.
Come per tante donne come lei, rischiamo di ricordarla solo per il fratello, ma poiché le fu riconosciuto il grado di tenente, certamente non fu solo una staffetta occasionale.
Per tante donne come lei, schiva e riservata, che non parlava mai di se stessa, ma della sua squadra, si rischia l’oblio.
Vorrei che, almeno ora, venga dato valore a quelle donne che ogni giorno sono impegnate per la democrazia e la libertà.
Adesso non quando saranno morte (Claudia Boattini).

Un piccolo e grato pensiero per Adelaide Romagnoli (Carla)

All’inaugurazione del primo plesso scolastico al rione Pilastro, in Via Panzini nel 1968 (circa), in qualità di componente il Comitato Inquilini Pilastro e di Consigliere del neonato Quartiere S. Donato, partecipai alla cerimonia assieme a tantissimi cittadini e ai rappresentanti delle Istituzioni cittadine e ai dirigenti scolastici. Prima dei discorsi e del taglio del nastro una signora si avvicino e si presentò – sono Adelaide Romagnoli la sorella di Dino, il partigiano a cui è intitolata questa scuola -.

E io risposi –Piacere, veramente piacere di conoscerti. Io sono il compagno Oscar De Pauli figlio di Edoardo perseguitato politico durante il fascismo e partigiano commissario politico di un distaccamento operante in Friuli -.

Continuammo a parlare oltre la conclusione della cerimonia d’inaugurazione. L’Adelaide mi raccontò di suo fratello e di lei staffetta che girava a piedi e in bicicletta per le campagne qui attorno e delle incursioni in città per ogni tipo di missione: volantini , viveri, indumenti e armi. Mi raccontò delle ansie e paure condivise e amplificate nella famiglia; mi raccontò della spinta ideale che vinceva sempre su quelle paure. Mi descrisse la disperazione seguita alla morte del fratello Dino e della sua determinazione a continuare a lottare per sconfiggere il fascismo e il nazismo.

Da parte mia raccontai a “Carla” (nome di battaglia di Adelaide) i miei ricordi di bambino (6/8 anni) che ha vissuto la guerra partigiana con gli occhi curiosi e magici dell’infanzia.
Con “La Romagnoli” mi sono incontrato tantissime altre volte in occasioni di riunioni e manifestazioni politiche promosse sui tanti temi legati alle battaglie per il riscatto dei lavoratori e all’emancipazione di tutti i popoli del mondo. Quest’ultima affermazione non è una frase logorata o superata perché vale, e come vale! Anche nei nostri giorni.

Ciao e grazie cara Carla

Ciao e grazie cara Adelaide!

Oscar De Pauli

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