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Così il Pilastro celebra la Festa degli alberi

Nei giorni scorsi, nel Parco Pasolini, sono stati messi a dimora 100 alberi autoctoni (specie sviluppatesi nel territorio senza l’intervento dell’uomo, o arrivate con mezzi esclusivamente naturali).

Più precisamente: aceri campestri, olmi, carpini, catalpe, ciliegi, ornielli, frassini, tigli, salici e pioppi bianchi.

L’intervento fa parte di un progetto più ampio realizzato in sei differenti parchi pubblici di Bologna per un totale di 1.100 alberi già formati (per precisazione, la circonferenza del tronco è di circa 18-20 cm) creando così aree densamente alberate.

Un progetto di forestazione urbana che riportando il verde in città, riduce l’impatto ambientale e favorisce una migliore qualità di vita al nostro territorio, contribuendo alla regolazione del microclima, e alla calmierizzazione di fenomeni estremi di calore estivo; fenomeni che abbiamo ben conosciuto nella scorsa estate.

Migliorerà inoltre la qualità dell’aria attraverso il fitorimedio degli inquinanti gassosi e del ciclo dell’acqua che, come descrive la Treccani, è:  intervento di risanamento o bonifica di un territorio mediante l’impiego di piante capaci di assorbire sostanze particolarmente inquinanti.

Gli alberi, inoltre, sono anche veri e propri “muri verdi”: schermano le abitazioni dai rumori e riducono l’inquinamento acustico.

Passeggiare nel nostro Parco, nel periodo estivo, ci permetterà di muoverci e riposarci all’interno di un ambiente dal comfort termico, garantito dall’aumento dell’ombra e dal raffreddamento generato dalle coperture vegetali di tipo forestale. Inoltre, le nostre passeggiate, diventeranno momenti di piacevole terapia energetica.

Gli alberi, che ospitano animali, folletti, spiriti divini e esseri soprannaturali, sono creature vegetali viventi che respirano, si nutrono, crescono e si riproducono, parte fondamentale e “attiva” del nostro ambiente, della nostra cultura e della nostra memoria.

Infatti, ogni cultura ha sviluppato nei loro confronti un rispetto atavico e una precisa simbologia: antiche credenze popolari conferivano all’acero proprietà magiche contro la sfortuna; all’olmo il significato di amicizia, protezione, sostegno e amore coniugale; al salice la guarigione, la vitalità e la saggezza. Simbolo di freschezza invece per il carpino che merita di occupare un posto di primo piano nel panorama forestale.

La particolarità della struttura del tronco della catalpa le ha dato dei soprannomi insoliti: “orecchie di elefante” o “albero di maccheroni”. In Sicilia, invece, si dice che le dichiarazioni d’amore fatte sotto un ciliegio godranno sempre di buona sorte. Per la loro sacralità e la possibilità di arrivare a età venerabili, i tigli sono assurti a simbolo di longevità.

La Festa degli alberi è stata anche l’occasione per piantare, con il coinvolgimento degli alunni, nuovi esemplari di alberi nei giardini scolastici. Con la Fondazione Villa Ghigi e il patrocinio dell’Associazione Italiana Pubblici Giardini, il Comune ha realizzato una serie di attività dedicate soprattutto ai bambini e alle famiglie, ma anche ai cittadini, ai professionisti del settore e alle imprese del territorio.

Tanti incontri focalizzati sugli alberi e sul contributo che le piante possono offrire nell’ambito delle mitigazioni ambientali.

Testo a cura di Susi Realti
Foto di Alessandro Busi

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