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Pranzi di solidarietà

PRANZO DI NATALE alla CUCINA POPOLARE SAN DONATO presso L’OPERA PADRE MARELLA

Sono molte le tavole pronte ad accogliere, e non solo a Natale, migranti, senza tetto e anziani soli, ma anche coloro che desiderano sentire il calore dell’amicizia e della famiglia. Ma oggi voglio parlarvi delle Cucine Popolari. Sono quattro le sue Cucine  in città e una è nel nostro quartiere all’interno dell’Opera Padre Marella. Il Pronto Soccorso Sociale intitolato a padre Gabriele Digani, che si trova all’interno della struttura di Via del Lavoro 13, ha aperto le sue cucine ai volontari delle Cucine Popolari al fine di unire le forze per garantire un maggior numero di pasti a chi si trova in difficoltà.

Così facendo hanno messo in atto ciò che sanno fare meglio: accogliere e offrire dignità attraverso la condivisione. Si sono incontrati su un comune terreno, il “fare”. In questo caso “fare pasti” per chi fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena o per chi, non sa nemmeno cosa siano il pranzo e la cena. Un’attività che restituisce “doni”: quello del pasto, ma anche quello delle relazion, tra chi ha la stessa missione, tra chi offre e chi riceve, tra chi scopre di non essere solo e può condividere.

CUCINE POPOLARI e OPERA PADRE MARELLA garantiscono il PRANZO DI NATALE che verrà distribuito caldo, da asporto, all’ingresso di Via Ruggero Ruggeri

Una proficua collaborazione – dichiarano Fabio Mele Responsabile del Pronto Soccorso Sociale e Giovanni Melli Presidente di Cucine Popolaritra due associazioni con radici simili, seppure una di ispirazione cattolica e l’altra di ispirazione laica. Per alcuni versi una svolta epocale: il volontariato laico nato dall’impulso dell’ex sindacalista della Cgil Roberto Morgantini ha incontrato l’impegno cattolico, nella struttura in cui Padre Marella, fin dal primo dopoguerra, cominciò a sfamare i bisognosi”.

Un accordo tra una realtà storica del territorio e un’associazione più recente, ma molto attiva nell’aiuto ai bisognosi. La prima aveva tanti spazi ma pochi volontari, l’altra tanti volontari ad aiutare, ma pochi luoghi dove operare. Pare che l’accordo, all’inizio, avesse provocato qualche discussione, qualche malumore in città, ma la realtà ci dice che sta dando ottimi risultati.

Morgantini, colui che aveva il “sogno”, racconta:Nelle nostre cucine sono accettate tutte le persone, sopratutto gli ultimi, gli invisibili, perché sono quelli che hanno più bisogno.

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Questa è la storia del “sogno”, quello di Morgantini e di sua moglie Elvira Segreto

tratta dal blog delle cucine Popolari e da una chiacchierata con il Cantiere Bologna

“Quando si decise di partire, si pose subito un problema: c’era un robusto gruppo di volontarie e volontari, c’era il progetto, bello e innovativo,  c’erano anche contatti con Istituzioni e privati, con aziende della grande distribuzione e della ristorazione, mancavano i soldi.
Il via è stato possibile  grazie a una bellissima iniziativa di uno dei fondatori, Roberto Morgantini, che è poi diventato uno dei volti pubblici delle Cucine popolari, promotore delle tantissime iniziative delle Cucine rivolte alla cittadinanza, infaticabile tessitore di reti e di relazioni.
Lui e la sua compagna Elvira Segreto, con alle spalle una convivenza d’amore di oltre 30 anni, due magnifici figli ormai grandi, decisero di sposarsi, di fare “un matrimonio d’interesse”, chiedendo ad amiche, amici, parenti,  compagne, compagni… di regalare non oggetti ma denaro per poter aprire le Cucine popolari.
L’invito fu accolto da moltissime e moltissimi: furono raccolti oltre 60mila euro e il 21 luglio 2015 si poté aprire la prima Cucina popolare in via del Battiferro 2 in uno stabile di proprietà di Fondazione 2000.
Un anno dopo, il 24 giugno 2016, si è potuta aprire la seconda Cucina popolare, prima situata in una villa di proprietà comunale in Via Larga, in seguito, nell’aprile 2017 presso il Centro sociale Italicus in via Sacco 16 e dal 5 settembre 2022 presso l’Opera Padre Marella in Via del Lavoro 13.
La terza Cucina popolare è stata aperta nell’ottobre del  2017 ed è ospitata nel Centro sociale Saffi in via Berti 2.
La quarta Cucina popolare è stata aperta nel febbraio 2022 ed è ospitata nel Centro culturale e sociale Villa Paradiso Via Emilia Levante 138.

L’obiettivo resta quello di aprirne una in ogni Quartiere, ma subito dopo vorrebbe far diventare un marchio italiano quelle Cucine Popolari che già oggi sfamano 600 persone al giorno e mobilitano 250 volontari”.

Del prossimo obiettivo, l’ambulatorio dentistico popolare al Pilastro, ne parleremo in un prossimo articolo.

Le associazioni, le parrocchie, i volontari, tutti quelli che cucinano per gli altri ci dicono che fare volontariato e aiutare gli altri non è uno lavoro né una fatica, ma una fonte di gratificazione. Passare un pranzo di Natale a servire gli ultimi, gli invisibili dicono: è un migliaio di volte più gratificante che preparare una ricchissima cena per gente borghese. Non è retorica, è  realtà  da raccontare. Per cambiare noi e la società.

Ricordiamoci che ogni giorno, può essere un buon giorno per cominciare ad aiutare.

 

Foto di Cucine Popolari, Opera Padre Marella e Cantiere Bologna
Testo di Licia Deligia

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