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Il 2 agosto puoi essere dovunque ma…

 

“Il 2 agosto puoi essere dovunque, ma un pezzo di cuore è sempre a Bologna”… Questo pensavo mentre mi incamminavo verso la stazione, ricordando una frase di Chloy, un’ amica della redazione e poi mi domandavo :

Perché?Perché ancora in Piazza il 2 agosto dopo 39 anni?

Con me, insieme a me, tanta gente.

Non è facile rispondere. Ma è un dato di fatto che anche quest’anno la piazza è piena, anche se fa caldo, molto caldo; anche se è venerdì e magari potevi partire prima per le ferie….e intanto arrivo affiancata da tanta gente che riempie le stade.

La gente sta  lì, ascolta i discorsi e gli interventi partecipando, commuovendosi, applaudendo.

E alla fine, quando finalmente gli sbarramenti saranno tolti, si passa dalla lapide coi nomi dei morti, nella sala d’attesa..

Perché?Perché ancora in Piazza il 2 agosto dopo 39 anni?

Certo, in primis la città continua a chiedere chiarezza e giustizia.

Sembra impossibile dopo 39 anni che abbiamo ancora bisogno di questo ma è così.

Purtoppo.

Perché?Perché ancora in Piazza il 2 agosto dopo 39 anni?

Poi c’è il bisogno di ricordare insieme, quasi un rito di elaborazione collettivo.

Le emozioni legate al due agosto sono forti e persistenti; chi le ha vissute,anche senza essere fortunatamente toccato in prima persona, non può dimenticare. E il rivivere collettivamente queste emozioni è una grande risorsa.

Decine di testimonianze raccontano di una giornata normale, iniziata come tante altre, stravolta dall’incredibile percezione, molto confusa in tanti casi, di cosa stava succedendo nella nostra città.

E’ un dato di fatto che le persone continuano a raccontare con toni emozionati e vividi il loro 2 agosto, dov’erano, cosa stavano facendo prima e cosa fecero dopo che avevano capito, che cosa provarono e pensarono. Un collage di storie individuali che compongono una memoria collettiva.

Perché?Perché ancora in Piazza il 2 agosto dopo 39 anni?

Perché è necessario e urgente   tramandare questa grande memoria collettiva ai giovani, ai tanti che non erano ancora nati.

Spiegare loro, con le nostre parole, la nostra presenza, le nostre testimonianze cosa successe il 2 agosto 1980. Un modo di trasmettere memoria, e quindi sapere, diverso da quello che si può apprendere sui libri di storia.

E anche, non meno importante, di raccontare cosa successe dopo le 10.40 e poi il  3 e il 4 e il 31  di quell’agosto, di come cioè la città reagì in un modo così organizzato ed efficace, anche se si era in agosto e se non c’erano i cellulari, salvando vite umane dalle macerie e curando i feriti .

Per  fortuna, di giovani in Piazza ne vedo.

Testo di Ingrid Negroni

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