Abitare il PilastroVivere Verde

Cicale e Assioli al Pilastro, impariamo a conoscerli!

Immagino che molti di noi, in questi giorni, approfittando delle belle giornate si siano goduti almeno una di quelle bellissime passeggiate rilassanti in mezzo al verde dei nostri bellissimi  parchi, magari curiosando e occhieggiando fra le foglie degli altissimi pioppi o fra i rami dei frassini e ippocastani, immaginando di vedere o scoprire chissà quale animaletto. Per chi non lo sapesse, i nostri parchi, sono ricchi non solo di specie arboree! Se avete voglia di farvi una bella passeggiata alla mattina presto, potreste avvistare il picchio rosso, e anche il picchio verde, oppure la ghiandaia, con le caratteristiche piume azzurre sulle ali, mentre al pomeriggio abbiamo il passaggio di un piccolo ma chiassosissimo stormo di pappagalli verdi, bellissimi da vedere; una leggenda metropolitana sostiene che un giorno all’aeroporto, durante il trasporto, si sia accidentalmente aperta una gabbia di pappagalli provenienti da un paese tropicale, motivo per cui ora i discendenti di quei pappagalli fanno parte della nostra fauna locale, sorvoliamo naturalmente sugli eventuali problemi al nostro ecosistema. Per conoscenza e personalmente,  ho avvistato anche un falco che sfrecciava fra i nostri grattacieli, forse una poiana? Senza contare i merli, purtroppo non più così numerosi, colpa ahimè, dei corvi e delle gazze, loro nemici naturali,  che assieme ai colombi sono ormai padroni dei nostri spazi verdi; e alla sera, ogni tanto abbiamo l’onore di avvistare anche messer riccio, anche lui però, sempre più raro.

Ma la ricchezza della nostra fauna non si ferma qui, e,  senza tema di smentite, credo che una menzione speciale vada ad un animaletto che nei nostri parchi ha trovato il suo “abitat” naturale, se non altro per la sua musica, sto parlando della… Cicala! E’ incredibile la capacità di riproduzione di questo piccolo essere, pur sapendo che la sua vita da insetto adulto non è fra le più longeve, si è praticamente appropriata di tutti i nostri alberi. Non c’è albero che non abbia almeno qualche decina di esemplari. Come faccio a dirlo?  Basta avvicinarsi al tronco di un albero qualsiasi, noterete attaccati alla corteccia, degli insetti immobili e secchi, di 2/3 cm circa,  di colore giallognolo trasparente dotati di tozze zampette anteriori adatte a scavare ; sono le carcasse, praticamente, gli involucri delle “pupe” delle cicale. Le carcasse, non assomigliano per niente all’insetto adulto e hanno una spaccatura netta in perpendicolare  proprio lungo la schiena, è l’apertura da cui è uscito l’insetto ormai adulto, grande più o meno tra i 3/5 cm circa. Appena nate le cicale hanno le ali accartocciate e di colore verde azzurrato, poi con l’andare delle ore, entrando in moto la circolazione, si distendono e assumono un colore marroncino/grigio trasparente, e come per le farfalle, sono molto evidenti le venature, il corpo è di colore beige con sfumature grigio scure.  Si mimetizzano con la corteccia degli alberi che le ospitano, nutrendosi della loro linfa che succhiano con il “rostro” una specie di piccola proboscide, con cui penetrano nelle piccole fenditure. Gli occhi rispetto alla testa sono enormi, cortissime le antenne. Evidentemente al primo volo qualcuna è disorientata, perché ne ho trovata una aggrappata al muro della finestra di casa, il  suo canto l’ha tradita, e per buona pace delle mie orecchie l’ho aiutata a ritrovare la strada giusta. Il loro frinire è il richiamo d’amore nei confronti dell’altro sesso e il suono  viene prodotto da lamine poste  ventralmente all’inizio del grosso addome, protette da piastre che nascondono due piccole cavità per ciascun lato che fanno poi  da cassa di risonanza quando le lamine vengono sfregate grazie a potenti muscoli che mettono in funzione tutto l’apparato “musicale”! Insomma è come se suonassero un violino a intermittenza con un sistema di stereofonia a tutto volume! Il loro canto riempie l’aria estiva di ogni angolo di parco, bosco o foresta che sia. Non c’è scampo a questa musica che diventa assordante nelle ore più calde della giornata, e non solo, la sottoscritta ha scoperto che, essendo questi insetti sensibili alla luce solare, la maggior parte, in teoria,  smette il canto al tramonto, ma se accidentalmente qualche albero si trova vicino ad un lampione, la nostra deliziosa amica canterina continuerà a deliziarci con il suo canto anche per tutta la notte, con sommo gaudio per chi abita nelle vicinanze. Per la cronaca, i più rumorosi sono i maschietti.

Pensate che la vita di questi insetti  trascorre per la maggior parte sotto terra, praticamente le femmine alla fine dell’estate dopo l’accoppiamento, depongono una bella fila di uova che inseriscono nelle crepe delle cortecce degli alberi, l’insetto adulto poi  muore per sfinimento, e le larve appena schiuse si lasciano cadere ai piedi degli alberi sprofondando nella terra, facendo poi le gimcane fra le radici, ricche di linfa di cui loro si nutrono. Tutta questa attività può durare anche fino ai 4 (quattro) anni, fino a raggiungere lo stadio finale che ci riporta alle carcasse vuote di cui sopra, pronte a vivere la loro vita arboricola, deliziandoci, per quelli innamorati di questo insetto come la sottoscritta, con il  loro canto estivo.

Ma…i canti dell’estate non finiscono qui! E come simpaticamente mi ha sottolineato una collega della redazione: “Avete notato che quando finiscono di cantare le cicale, e finalmente l’aria estiva per qualche ora, appena dopo il tramonto tace, ecco che dai rami più fitti dei tigli o dei frassini incomincia anche il canto di un altro curioso abitante del nostro parco?” Credo che tutti ormai abbiate capito che stiamo parlando dell’Assiolo, o Chiù per qualcun altro. Questo piccolo rapace notturno, da qualche anno staziona nei nostri due parchi, ed è probabile che ci siano più esemplari, perché i più attenti si saranno accorti che al primo richiamo fa eco un secondo, e alle volte anche un terzo, tanto che alle volte quasi si sovrappongono. Il canto è monotono, quasi cantinelante, ma non assordante, anche se a “qualcuno” risulta leggermente fastidioso. Personalmente mi concilia il sonno!

E’ uno dei più piccoli rapaci esistenti in europa ma soprattutto in Italia, è lungo 16/20 cm circa, con ali  tra 145/168 mm e una coda lunga circa 67/75 mm; il peso varia tra i 60/135 gr con le femmine più pesanti rispetto ai maschi. Sul fronte facciale campeggiano due grandi occhi gialli, che naturalmente vedono benissimo nella notte, con due caratteristici ciuffi sopra la testa, più evidenti quando si innervosisce. Per quanto piccolo, questo rapace ha l’abitudine e la forza di  migrare alla fine dell’estate, verso paesi più caldi come l’Africa o la Spagna, per ripresentarsi puntuale da noi in primavera. Pensate che durante il giorno, grazie anche al colore del suo piumaggio, grigio-bruno con striature nere, ha una  capacità incredibile di mimetizzarsi con la corteccia degli alberi, e se si sente minacciato, allunga ulteriormente il corpo mettendosi addirittura ad ondeggiare, così da imitare i movimenti dei rami mossi da vento! Un bel furbetto! Il suo menù è ricco di piccolissimi vertebrati, ma soprattutto insetti, quindi considerando la nostra numerosa popolazione di cicale, ha una buona scorta di viveri. Di solito nidifica nei buchi dei tronchi, magari rubando il nido a qualche picchio, ma in scarsità di “appartamenti” non disdegna anche i tetti delle case, dimostrando un grande spirito di adattamento e poca paura dell’uomo. Il maschio durante il corteggiamento emette un richiamo durante la notte quando c’è silenzio, e se la femmina risponde i due cominciano a duettare, impaziente e premuroso il maschio cerca allora una cavità dove costruire il nido, e una volta entrato canta per avvisare la femmina, che dopo una perlustrazione, se soddisfatta, entra anche lei, a questo punto la coppia di fatto è formata, e resterà nei paraggi del nido per tutta la stagione. Dopo aver deposto 3/4 bianche uova, verso aprile/maggio, mamma Assiolo le cova per almeno 20/30 giorni, in base alla temperatura. Ed è sempre e solo la femmina che le cova fino alla schiusa, il maschio però, molto premuroso, provvede al cibo della compagna, e solo dopo la nascita dei pulcini, che i primi giorni hanno ancora gli occhi chiusi, anche la femmina si alterna con il maschio per la ricerca di cibo; insomma una coppia di genitori par-condicio!  A 3/4 settimane i piccoli lasciano il nido e incominciano già a scorrazzare sotto i vigili occhi dei genitori che li accudiscono ancora, fino a quando, intorno alla 33 esima settimana,  incominceranno a volare; vengono comunque nutriti dai genitori ancora per altre 4/5 settimane.  Da tener presente che alla fine dell’estate assieme ai genitori sono già in grado di volare e di affrontare le lunghe traversate migratorie. Purtroppo risentono gli sbalzi termici, e in caso di abbassamento delle temperature nelle serate estive, restano al riparo nei nidi o nelle fessure di tetti delle case, i meno fortunati soccombono. Una dritta per chi fosse curioso e volesse osservarlo, essendo ghiotto di falene e altri insetti volanti, l’Assiolo cerca un posatoio strategico nelle vicinanze dei lampioni, attorno ai quali tutti sanno, si radunano sciami di insetti. In ogni caso anche se non riuscissimo a vederlo, è  lui che ogni sera, appena dopo il tramonto…si fa sentire!

Carissimi amanti della natura, pensate che meravigliosa comodità la nostra!  Abitare in un rione dove puoi fare, tranquillamente da casa, anche il…naturalista! Quindi alleniamoci e osserviamo con più attenzione quanto ci circonda, chissà, potrebbe capitarci di osservare anche animali inconsueti nel nostro parco, come quella volta che dopo una serie di acquazzoni in autunno, ho avvistato un’anatra della specie “mandarina”…ma quella, è un’altra  storia…

 

Testo di Mariella Sanna
Foto da Wikipedia

 

 

 

 

 

 

 

Calendario attività

Verified by MonsterInsights