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1055 nomi di vittime di mafia in 60 minuti

Poco meno di 60 minuti è il tempo che abbiamo impiegato per leggere 1055 nomi dalla lista in costante evoluzione, delle vittime innocenti delle mafie: sembra poco tempo, ma 60 minuti in cui le uniche parole pronunciate si riferiscono a nomi di persone uccise dalle mafie, sono stati interminabili, quanto strazianti.

Lunedì 21 marzo si è svolto al Pilastro, l’ultimo incontro del programma della “XXVII giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, organizzato da Libera.
Nel giardino del Circolo La Fattoria, antistante al ristorante pizzeria Porta Pazienza, intitolato a Don Peppe Diana, un gruppo di persone, si è messo in fila in maniera volontaria, per leggere i nomi.

È stato un momento molto toccante: tutti in rispettoso silenzio, ognuno con la sua inclinazione vocale, con il suo accento, insieme per ricordare tutte queste persone, alcune più conosciute, altre meno, in un ordine cronologico che va dai più lontani ai giorni nostri.

 

Questi sono i nomi che ho letto io e si riferiscono ad alcune vittime degli anni 1983, 1984, 1999, 2000.

Mentre leggevo, mi domandavo quali siano le loro storie: ho scelto pertanto di cercarne due (un uomo e una donna).

 

 

Serafino Trifarò, morto a 14 anni, calabrese: il 4 novembre 1983, si trovava davanti a un bar assieme ad un amico, il cui padre, pregiudicato mafioso, sarebbe stato l’obiettivo dei sicari che hanno sparato da una macchina in corsa, numerosi colpi di pistola e fucile da caccia.

Elisa Valenti, morta a 19 anni, siciliana: il 30 giugno 1999 è stata assassinata con colpi di fucile, perché testimone dell’uccisione del fidanzato, vittima designata dell’agguato.

Potrete conoscere le storie di tutte le vittime, cliccando qui. Il sito a cura di Libera, propone immagini, mappe, podcast ed eventi legati alla giornata della memoria, riconosciuta nella data del 21 marzo, con voto unanime della Camera dei Deputati.

La serata si è conclusa con la cena da Porta Pazienza, presidio quotidiano alla lotta alle mafie, che ha cucinato le pietanze con i prodotti donati da Coop Alleanza 3.0

Testo e foto di Alessianeva Marino

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