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La CER di Napoli est

La Rubrica “Nuove energie” , curata da Beatrice Ruggeri, Giada Coleandro e Camilla Tagliacane, nasce con lo scopo di raccogliere e documentare alcune tra le esperienze di comunità energetiche e autoconsumo collettivo presenti in Italia e all’estero e realizzare un piccolo archivio degli esempi più interessanti, sottolineando i punti di forza ma anche le maggiori difficoltà incontrate nel percorso di realizzazione dei vari progetti.

San Giovanni a Teduccio (NA) – La prima comunità energetica solidale

A San Giovanni a Teduccio, un quartiere della periferia est di Napoli, nel 2021 è nata la prima comunità energetica e solidale d’Italia, un progetto che ha coinvolto l’omonimo quartiere e i suoi 25 mila abitanti in un percorso di lotta alla povertà energetica e verso la giustizia sociale. Il progetto è stato promosso da Legambiente in sinergia con la Fondazione con il Sud e le famiglie del quartiere.
La Fondazione Famiglia di Maria, un ex orfanatrofio,
oggi centro socio-educativo laico che collabora con i servizi sociali del comune, ha poi messo a disposizione il proprio tetto per l’installazione dell’impianto solare da 53 kW, consentendo alle famiglie del quartiere allacciate alla stessa cabina di poter usufruire dell’energia pulita prodotta e di beneficiare dell’impatto positivo del progetto sull’immagine del quartiere. Tutto ciò è stato possibile grazie all’alleanza con Legambiente Campania che, attraverso i suoi volontari, ha portato la tematica ambientale all’interno delle due Fondazioni: assente, infatti, sia la giunta comunale che regionale. A partire dalle attività di (in)formazione nelle scuole, il lavoro di Legambiente è stato anche fondamentale per sensibilizzare le famiglie coinvolte sul tema ambientale ed energetico.

Su ispirazione di Comunità energetiche come quella di Napoli Est è nata la Rete delle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali, un soggetto informale che si pone l’obiettivo di costruire un’alleanza dal basso per la lotta alla povertà energetica, per costruire processi di partecipazione e innovazione sociale capaci di innescare un profondo cambiamento dei territori, nell’ottica di una maggior giustizia ambientale e sociale.

Interventi tecnologici

Il progetto dell’impianto solare fotovoltaico, realizzato dall’impresa privata 3E – Environment Energy Economy, ha permesso di condividere l’energia pulita prodotta dal sole, mettendo a servizio della comunità un impianto da 53,95 kW con un sistema di accumulo di 13 kWh. L’impianto realizzato è in grado di produrre 65mila kWh di energia elettrica, in parte consumata dalla struttura stessa e in parte condivisa con le 40 famiglie coinvolte, con una copertura del fabbisogno energetico del 100%.

Monitoraggio e gestione

L’impianto consente l’autonomia energetica dell’immobile di proprietà della Fondazione e l’immissione in rete dell’energia rimanente a favore delle quaranta famiglie beneficiare. L’energia prelevata dai membri della comunità, attraverso dei dispositivi installati all’interno delle proprie abitazioni, viene considerata dal gestore dei servizi energetici come energia condivisa, dunque incentivata. Parallelamente sono offerti servizi socio-assistenziali alle famiglie destinatarie dell’intervento, un percorso formativo sulle modalità di approvvigionamento dell’energia rinnovabile e un monitoraggio sui consumi elettrici e sulla qualità dell’edilizia in termini di dispersione di calore.

Costi

Il progetto ha richiesto un investimento di circa 100mila euro finanziato dalla Fondazione Con Il Sud, impegnata nell’incentivazione di progetti di sviluppo sociale. Il costo dell’impianto è parzialmente sostenuto (42%) con le detrazioni fiscali previste dal bonus ristrutturazioni. Durante il periodo di garanzia degli impianti fotovoltaici, cioè venticinque anni, il totale degli incentivi ricevuti, decurtate le spese di gestione, assommerebbe a oltre 200mila euro. Come riporta il sito della Fondazione con il sud, la stima di risparmio del progetto – in termini di minor energia elettrica consumata dai membri della CER – sarebbe pari a 300mila euro in 25 anni.

Difficoltà

La burocrazia è stata l’ostacolo maggiore. Il progetto, infatti, sarebbe dovuto partire in seguito all’installazione dei pannelli fotovoltaici a febbraio 2021, ma a causa di alcuni ritardi dovuti alla presenza di vincoli paesaggistici e altre criticità, i pannelli sono entrati in funzione solo il 17 dicembre 2021. In particolare, la Comunità Energetica Solidale (CERS) di Napoli Est è stata sottoposta prima al blocco causato della Sovrintendenza ai Beni Culturali che ha impiegato mesi prima di concedere il nulla osta all’impianto fotovoltaico, e poi alla farraginosità dell’iter di registrazione presso il portale del GSE – Gestore dei Servizi Energetici che deve ancora dare il riconoscimento di operatività alla CERS. Dal 23 dicembre 2022, intanto, l’energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici installati sul tetto della realtà educativa viene condivisa con le famiglie che hanno scelto di aderire alla rete. In Italia, tuttavia, le CER faticano a diffondersi come dovrebbero. Nonostante siano una soluzione utile, sono pochissime le realtà attive o che stanno ricevendo gli incentivi statali erogati dal GSE. Delle 44 realtà che hanno visto la luce, solo 16 hanno dichiarato di essere riuscite a completare l’iter di attivazione presso il GSE e sono, dunque, operative; tra queste, solo 3 realtà, tra cui la CER Pinerolese, hanno ricevuto una parte degli incentivi statali.

Transizione energetica

In tempi in cui la crisi energetica è oggetto di dibattito a livello di politica globale, è di particolare interesse osservare l’emergere di progetti innovativi come quello della CER di San Giovanni a Teduccio, pensato proprio per rispondere all’insieme delle sfide ambientali, sociali ed economiche che ci si trova ad affrontare. Questo progetto, infatti, ha contribuito a sensibilizzare i cittadini su tematiche importanti e di attualità, come il risparmio energetico, contribuendo a rendere più attiva e partecipe la cittadinanza nella gestione sostenibile del territorio. L’istituzione della CER di Napoli Est ha permesso al quartiere di San Giovanni a Teduccio di essere protagonista di un esempio positivo di collaborazione e cooperazione tra soggetti diversi accomunati dall’obiettivo di abbassare i costi delle bollette, pulire l’aria e rendere più coesa la comunità locale.

Testo di Camilla Magliacane, Beatrice Ruggieri e Giada Coleandro.
Immagini da Legambiente e Greenme.it

 

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